Toxoplasmosi in gravidanza: rischi, cause e contagio, ecco cosa c’è da sapere!
In gravidanza le donne devono stare particolarmente attente all’alimentazione, e non solo per evitare di mettere su troppo peso (che alla fine della gestazione dovrebbe essere il 17%-20% in più del peso di partenza): alcuni alimenti possono infatti causare dei problemi che, se in una persona in condizioni “normali” farebbero il loro corso senza ulteriori complicazioni, potrebbero però essere rischiosi per le donne incinta a causa di possibili danni al feto.
Perché, per esempio, alle donne incinta si raccomanda di non consumare carne cruda o poco cotta, e di evitare gli affettati? Proprio per scongiurare il rischio di toxoplasmosi, un’infezione causata dal parassita toxoplasma gondii che, in natura, si trova nell’intestino di alcuni animali come i gatti o alcuni animali da allevamento.
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Ma quali sono i sintomi della toxoplasmosi? Come avviene il contagio? Quali sono i rischi e le precauzioni da prendere durante la gravidanza? Vediamolo insieme!
Sintomi della toxoplasmosi
La maggior parte delle persone che hanno contratto la toxoplasmosi durante la loro vita non lo sanno, questo perché l’infezione (nelle persone con un sistema immunitario non compromesso) provoca sintomi simili a quelli di una comunissima influenza, ovvero febbre, mal di testa, mal di gola, stanchezza, linfonodi ingrossati, dolori alle ossa.
L’infezione può causare complicazioni nei pazienti immunodepressi o in quelli malati di cancro, AIDS o altre patologie che mettono a dura prova il sistema immunitario.
Diagnosi della toxoplasmosi
Questa infezione si può diagnosticare attraverso un semplice esame del sangue che controlla il livello delle immunoglobluline M (IgM) e delle immunoglobluline G (IgG): la presenza di IgG nel sangue significa che la persona ha già contratto l’infezione in passato e, pertanto, ne è immune.
Se, invece, sono presenti le IgM vuol dire che l’infezione da toxoplasmosi è in corso o comunque molto recente.
Se gli esami del sangue non mostrano la presenza nè di IgM nè di IgG vuol dire che non si è mai entrati in contatto con il parassita e che, quindi, siamo potenzialmente a rischio di infezione se non prendiamo le dovute precauzioni.
Nelle donne in gravidanza gli esami del sangue per la toxoplasmosi vengono richiesti periodicamente (ogni trimestre o ogni mese, a discrezione del ginecologo o del medico curante) solo nei soggetti che sono potenzialmente a rischio, ovvero che non hanno anticorpi contro il parassita (e che quindi – come vedremo più avanti – devono prendere una serie di accorgimenti).
Coloro che hanno già contratto l’infezione in passato, e in gravidanza risultano quindi immuni al toxoplasma, possono stare tranquille perché non è possibile un secondo contagio.
Contagio della toxoplasmosi
Come abbiamo detto prima, il parassita toxoplasma gondii si trova nell’organismo di alcuni animali la cui carne viene utilizzata per il consumo umano: le ovocisti (o oocisti) del parassita (che potrebbero contaminare la carne) vengono però uccise con la cottura degli alimenti; per questo il contagio può avvenire con l’ingestione di carne cruda o poco cucinata.
Bisogna stare attenti anche ai salumi e gli insaccati come il prosciutto, ma anche la verdura cruda non lavata (o lavata male) potrebbe passare l’infezione a causa delle ovocisti contenute nelle feci degli animali che potrebbero entrare in contatto con gli ortaggi.
Per questa ragione, dobbiamo stare attenti a tutte le superfici sulle quali appoggiamo alimenti a rischio crudi e non lavati: piani da lavoro, taglieri e le nostre stesse mani potrebbero essere un veicolo d’infezione; ricordiamoci quindi di lavare tutto accuratamente dopo aver manipolato alimenti a rischio.
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Il toxoplasma vive anche nell’intestino del gatto che può venire a contatto con il parassita consumando carne cruda o animali come topi e uccelli: i felini portatori del parassita espellono le ovocisti con le feci che, se entrano in contatto diretto con la bocca di una persona, possono causare il contagio.
Tuttavia il caso della toxoplasmosi nel gatto è abbastanza particolare, e non mancano gli allarmismi e i miti da sfatare: per questo, vi dedicheremo un paragrafo più avanti in questo approfondimento.
Rischio di toxoplasmosi in gravidanza
Se nelle persone con un sistema immunitario sano l’infezione da toxoplasma non è pericolosa, perché le donne in gravidanza devono invece stare attente ad evitare il contagio?
L’infezione da toxoplasma non è rischiosa per la madre (che potrebbe non manifestare nemmeno un sintomo) ma lo è per il nascituro poiché l’infezione passa dalla madre al feto.
I rischi sono che il bambino presenti alla nascita danni cerebrali o problemi agli occhi; altri bambini sono sani alla nascita ma, a causa della toxoplasmosi in gravidanza, possono sviluppare problemi mentali o visivi negli anni a venire.
Bisogna specificare che non tutti i bambini che hanno contratto la toxoplasmosi in gravidanza hanno avuto problemi alla nascita, ma rimane comunque un rischio reale (e più concreto se il contagio avviene nelle prime settimane di gestazione rispetto alla fine).
Come evitare la toxoplasmosi in gravidanza
Prima di tutto non bisogna farsi prendere dall’ansia: se durante tutto il corso della vita non siamo mai stati a contatto con il parassita probabilmente è perché le nostre abitudini (alimentari e non) ci hanno sempre tenuto alla larga dai principali veicoli di infezione.
Inoltre ricordiamoci che le donne in gravidanza vengono monitorate periodicamente attraverso gli esami del sangue per poter intervenire tempestivamente nello sfortunato caso di contagio proprio durante la gravidanza.
Detto questo, è comunque importante seguire alcune semplici regole per minimizzare al massimo il rischio di contrarre la toxoplasmosi in gravidanza:
- non consumare carne cruda o poco cotta
- non consumare affettati o insaccati (anche se il prosciutto cotto e la mortadella dovrebbero essere più sicuri, in quanto cotti)
- lavare bene frutta e verdura
- lavare bene le mani e le superfici che entrano a contatto con carne cruda o verdura non lavata
- lavare le mani che entrano a contatto con la terra
- evitare il contatto con gatti randagi
- utilizzare i guanti quando puliamo la lettiera del gatto (se non abbiamo già scartato la possibilità che sia affetto da toxoplasmosi) o, ancora meglio, se possibile farla pulire a qualcun altro
Per quanto riguarda la frutta e la verdura si sconsiglia durante la gravidanza di lavarla con disinfettanti alimentari che, a lungo andare, possono essere tossici: meglio lasciarla in ammollo per una decina di minuti in acqua e bicarbonato, e poi sciacquarla abbondantemente sotto l’acqua corrente.
Trattamento per la toxoplasmosi in gravidanza
Cosa succede se sfortunatamente una donna contrae la toxoplasmosi in gravidanza? Non è un’eventualità comune e lo si scoprirebbe subito con gli esami del sangue periodici: una volta accertata l’infezione (o se comunque è fortemente sospettata) si procede a somministrare un antibiotico per tutta la durata della gravidanza per scongiurare il rischio di trasmissione al feto.
Le donne con toxoplasmosi in gravidanza vengono anche tenute sotto controllo attraverso ecografie più frequenti per controllare lo stato di salute del bambino che, anche una volta nato, dovrà sottoporsi a visite periodiche.
Toxoplasmosi e gatti
Eccoci arrivati a un argomento molto dibattuto sul quale gira ancora molta disinformazione: alcune donne che hanno sempre avuto un gatto come animale da compagnia temono di doversene liberare appena scoperta la gravidanza.
Tuttavia non tutti i gatti sono portatori del toxoplasma: se abbiamo un gatto da diversi anni e dai nostri esami del sangue vediamo di non essere mai entrate in contatto con il parassita, probabilmente nemmeno il nostro gatto ce l’ha.
In ogni caso per una maggiore sicurezza possiamo portare il nostro gatto dal veterinario, che eseguirà un esame delle feci e uno del sangue per controllare la presenza o meno del parassita: se l’esito dovesse dare un risultato positivo si possono somministrare farmaci che impediscono che il parassita si replichi.
Il gatto inoltre si contagia (senza manifestare sintomi, diventa un portatore sano) solo se mangia carne cruda o animali come topi e uccelli: se il nostro gatto non ha la toxoplasmosi, non esce mai di casa e mangia cibo per animali (crocchette o scatolette) è praticamente impossibile che possa entrare in contatto con il parassita e tantomeno passarlo agli umani.
In ogni caso per una maggiore sicurezza possiamo evitare durante la gravidanza di cambiare la lettiera del gatto facendolo fare a qualcun altro ma, se proprio dobbiamo essere noi a farlo, utilizziamo dei guanti di gomma.
Una corretta igiene della lettiera (cambiando la sabbia periodicamente, lavando la vaschetta con candeggina ed eliminando le feci dopo che il gatto le depone) minimizza ulteriormente un rischio di infezione già molto raro: ricordiamo infatti che per il contagio agli umani le feci del gatto devono entrare in contatto con la bocca della persona.
E’ quindi sbagliato pensare che gatti e gravidanza non siano compatibili: basta prestare attenzione; il contatto va evitato solo con gatti randagi o gatti di cui non conosciamo le abitudini.
In conclusione
La gravidanza è un momento molto particolare nella vita di una donna, pieno di emozioni e spesso anche di preoccupazioni: ricordiamo che la toxoplasmosi, se si osservano le misure precauzionali più semplici, non è così facile da prendere, senza contare che le gestanti vengono periodicamente monitorate.
E’ importante quindi non vivere la gravidanza con il terrore di venire contagiate: con qualche buona abitudine e le visite dal ginecologo si può stare sereni.
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