Come togliere il ciuccio? Ecco tanti consigli per perdere il vizio (e non riprenderlo)
Abbiamo recentemente dedicato un articolo all’uso del ciuccio, spiegando quali sono i suoi pro e i suoi contro; tra questi ultimi troviamo specialmente i problemi ai denti, una possibile conseguenza dell’utilizzo eccessivo del succhietto.
Infatti, come linea generale, si consiglia di non usarlo oltre i tre anni di vita (ma abbiamo visto che, per esempio, il Ministero della Salute suggerisce di toglierlo ai bimbi prima dell’anno); purtroppo però può accadere che le mamme e i papà decisi a “separare” il ciuccio dal loro bimbo si trovino in una situazione difficile poiché il piccolo ne è ormai diventato “dipendente”.
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Come fare a togliere il ciuccio quando il nostro bimbo non ne vuole proprio sapere di privarsene?
Prima di tutto, ricordiamoci che l’istinto di suzione è naturale in tutti i bambini e si manifesta nei primi anni di vita. Succhiando i piccoli si calmano e si rilassano: molto spesso infatti il ciuccio è un importante alleato quando il bimbo è nervoso o stanco, e sono proprio questi i momenti in cui – probabilmente – il bimbo ne sentirà maggiormente la mancanza.
Il vizio può essere tolto gradualmente: ad esempio, per iniziare, possiamo decidere che il ciuccio verrà usato solo in casa e, quindi, smettere di portarlo con noi quando usciamo; dopo un primo periodo così si procede a limitare ancora di più i momenti in cui è permesso utilizzare il ciuccio fino ad arrivare ad utilizzarlo solo per dormire per poi, infine, eliminarlo del tutto.
Tuttavia, c’è chi decide di usare un metodo più “drastico”, togliendo il ciuccio completamente da un giorno all’altro.
Come sapere che metodo è meglio usare?
Non c’è una risposta univoca, poiché la strategia migliore dipende da diversi fattori come l’età del bambino, il suo carattere, il grado di “dipendenza da ciuccio”, etc.
Quello che è certo è che – qualunque sia il metodo che si decide di usare – nella maggior parte dei casi dal momento in cui il ciuccio viene fatto sparire dobbiamo aspettarci qualche giorno in cui il nostro bambino sarà capriccioso, irritabile, piangerà per riavere il ciuccio e, se lo utilizzava per addormentarsi, farà più fatica a dormire e probabilmente si sveglierà di frequente durante la notte.
E’ qui che deve entrare in gioco la fermezza dei genitori: vedere il nostro bimbo disperato per ottenere qualcosa è sempre difficile; se, poi, siamo particolarmente stanchi (magari durante la notte se il piccolo si sveglia spesso piangendo perché cerca il ciuccio) può essere facile cadere nella tentazione di ridarglielo per avere un po’ di tranquillità.
Invece è importantissimo essere decisi e non tornare sui nostri passi: ridare il ciuccio nel periodo di transizione non fa altro che ritardare un momento che deve comunque arrivare, mandando inoltre dei messaggi confusi al piccolo.
Dimostrarsi fermi e decisi non vuol dire però essere insensibili: per il nostro bimbo lasciare il ciuccio è difficile, non solo perché non può più soddisfare una dipendenza “fisica”, ma anche perché non è in grado di capire il motivo per il quale non è più permesso utilizzare qualcosa che è sempre stato nella sua vita (e che, per giunta, gli è stato dato proprio dalla mamma e il papà).
Nei giorni che precedono l’eliminazione definitiva del ciuccio e in quelli successivi (più critici), quindi, è bene spiegare ai bimbi più grandi il perché della nostra decisione: possiamo dirgli che ormai sono grandi e non vogliamo che l’uso del ciuccio gli rovini i denti. Se, invece, il nostro bimbo è troppo piccolo per capire questi concetti ci limiteremo a coccolarlo e a parlargli dolcemente per tranquillizzarlo.
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E’ importantissimo per i genitori non scoraggiarsi: alcuni bambini ci mettono di più ed altri meno ma, in ogni caso, tutti alla fine riescono a perdere il vizio del ciuccio.
Se si decide di eliminarlo completamente da un giorno all’altro molti genitori decidono di farlo nel periodo natalizio, dicendo al proprio bimbo che Babbo Natale “ritira” i ciucci dei bambini ormai grandi per darli a quelli più piccini e, quindi, di mettere il succhietto sotto l’albero di Natale in modo tale che Babbo Natale lo possa portare via dopo aver lasciato i regali.
Ricordiamo inoltre che i bambini sono particolarmente sensibili ai cambiamenti: per questo motivo, se possibile, se nella vita del piccolo è già in corso un importante cambio (trasloco, spannolinamento, arrivo di un fratellino/sorellina, inserimento all’asilo, etc.) è meglio posticipare il momento di togliere il ciuccio a quando l’ambiente sarà di nuovo più sereno.
Assicuriamoci, infine, che tutti in famiglia sappiano che è arrivato il momento di togliere il ciuccio: se il succhietto non è più permesso in casa di mamma e papà non deve esserlo nemmeno a casa dei nonni, degli zii, etc.
Come quello dello spannolinamento o dell’inserimento all’asilo, anche il momento di togliere il ciuccio può essere delicato e minare la serenità di tutta la famiglia: non solo del piccolo che soffre la privazione, ma anche della mamma e del papà che, naturalmente, non vorrebbero vedere il piccolo disperarsi.
Possono essere giorni intensi ma passeranno in fretta, quindi armatevi di pazienza e non preoccupatevi!
Ma cosa succede se, in mancanza del ciuccio, il nostro bimbo non si scoraggia e decide di rimpiazzare il succhietto con il proprio pollice?
Succhiarsi il dito è molto frequente durante l’infanzia e, così come succhiare il ciuccio, può portare a tutta una serie di problemi: ne parleremo presto in un altro articolo!
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