Quali sono i documenti obbligatori per i neonati? Elenco, procedure e consigli!
Nei giorni (e mesi) prima della nascita di un bimbo la sua mamma e il suo papà organizzano tutti i preparativi per il lieto evento: la borsa per l’ospedale, la cameretta, il fasciatoio, il passeggino… Una volta che il piccolo è nato però ci sono anche tutta una serie di passaggi burocratici che vanno fatti per la registrazione del nuovo arrivato all’anagrafe e al Servizio Sanitario Nazionale: andiamo a vederli insieme!
Certificato di avvenuta nascita
Normalmente a farlo è l’ostetrica che ha assistito al parto, direttamente nella struttura dove la mamma partorisce: in ospedale l’infermiera compila un modulo (il certificato di avvenuta nascita) con ora, giorno, luogo di nascita del neonato, le sue generalità e le generalità della mamma.
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Il certificato di avvenuta nascita è necessario per poter poi riconoscere il bambino ed effettuare la dichiarazione di nascita (che vedremo nel dettaglio appena dopo): se venisse a mancare il certificato di avvenuta nascita (per esempio nel caso di un parto in casa) è necessaria una dichiarazione sostitutiva di certificazione di nascita di un figlio, compilata dai genitori.
Dichiarare/riconoscere la nascita del bambino (dichiarazione di nascita)
Dichiarare la nascita di un bimbo è obbligatorio per legge e possono farlo i genitori del bambino, una persona da loro delegata ma anche l’ostetrica o comunque il personale sanitario che ha assistito al parto.
Con il certificato di avvenuta nascita di cui abbiamo parlato prima è quindi possibile effettuare la dichiarazione di nascita: il certificato va consegnato nel Comune di residenza (di entrambi i genitori o in quello di residenza della madre se il papà è residente in un Comune diverso) entro 10 giorni dalla nascita, oppure entro 3 giorni dalla nascita presso la direzione sanitaria dell’ospedale dove è avvenuto il parto (la dichiarazione viene poi trasmessa al Comune in cui si trova l’ospedale, a meno che i genitori non indichino di procedere diversamente).
Se la dichiarazione di nascita viene presentata dopo i 10 giorni previsti è necessario allegare anche un documento che attesta i motivi del ritardo, che verranno annotati nell’atto di nascita del Comune di residenza.
Se la mamma e il papà del bambino sono sposati la dichiarazione di nascita può essere presentata da uno solo dei genitori, ma risulterà comunque figlio di entrambi (essendo questi coniugati); se, invece, la mamma e il papà non sono sposati devono andare insieme a fare la dichiarazione di nascita e quindi a riconoscere il bambino.
Nel caso in cui i genitori non fossero sposati e dovesse andare solo uno di essi a fare la dichiarazione il bambino prenderà il cognome del genitore che fa la dichiarazione: in ogni caso l’altro genitore può passare anche in un secondo momento a fare il riconoscimento.
Il certificato di nascita
Il certificato di nascita viene emesso al momento della dichiarazione di nascita presso il Comune; se abbiamo bisogno del certificato di nascita cartaceo e abbiamo riconosciuto il bambino direttamente in ospedale, dovremo recarci nel Comune dove abbiamo dichiarato la nascita per richiederlo.
Nel certificato di nascita troviamo il nome e il cognome del bambino, più altre generalità relative sua nascita che vengono prese dalla dichiarazione di nascita e che vengono poi conservate presso il Comune di residenza.
Il codice fiscale e la tessera sanitaria (Carta Regionale dei Servizi)
Il codice fiscale e la tessera sanitaria (o la Carta Regionale dei Servizi) oggi come oggi sono la stessa cosa: molto spesso il codice fiscale di un neonato viene richiesto in automatico dal Comune di residenza al momento della prima iscrizione all’Anagrafe, e viene poi recapitato sotto forma di tessera sanitaria presso il domicilio familiare dopo circa un mese.
Tuttavia il Comune rilascia al momento dell’iscrizione all’Anagrafe un codice fiscale provvisorio cartaceo con il quale è possibile andare all’Asl per la richiesta del pediatra, e che comunque può essere utilizzato fino a quando la tessera definitiva non arriva a casa.
Alcuni Comuni non hanno un sistema telematico di collegamento con l’Anagrafe tributaria: per loro non è quindi possibile richiedere in automatico il codice fiscale al momento della prima iscrizione.
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In questo caso la mamma o il papà (o entrambi, anche se non è necessario che siano presenti tutti e due) dovranno andare personalmente con il certificato di nascita all’Agenzia dell’Entrate che rilascerà il codice fiscale del bambino in forma cartacea: con questo documento è possibile andare all’Asl per la scelta del pediatra (e per l’invio della tessera sanitaria definitiva).
Il retro della Carta Regionale dei Servizi funge da tessera sanitaria europea, per poter richiedere prestazioni sanitarie gratuite nei paesi membri dell’Unione (ad esempio quando si è in vacanza).
Il codice fiscale, ovvero il codice alfanumerico che si trova sulla tessera sanitaria, viene utilizzato per motivi amministrativi e fiscali: è univoco per ogni cittadino italiano (non possono essercene due uguali, anche nei casi di omonimia) e non cambia con i vari rinnovi, come succede invece con il numero di carta d’identità.
La carta d’identità
La carta d’identità dev’essere fatta obbligatoriamente al bambino al compimento del terzo anno d’età: prima è obbligatoria solo nel caso in cui il piccolo debba viaggiare in aereo o comunque espatriare (se lo si vuole è comunque possibile farla già nei primi giorni dopo la nascita).
Per ottenere la carta d’identità è necessario fare richiesta presso il Comune di residenza, portando 4 fototessere: la versione cartacea viene rilasciata immediatamente, mentre in molti Comuni la versione elettronica (per la quale è necessaria solo una fototessera) ha tempi di attesa più lunghi, poiché spesso le tessere vengono fisicamente emesse presso il Ministero dell’Interno e, una volta pronte, inviate per posta al domicilio del richiedente o al Comune di residenza.
Se la carta d’identità viene fatta prima dei 3 anni, questa ha una validità di 3 anni; dai 3 ai 18 anni invece la validità è di 5 anni, dai 18 anni in poi passa ad essere di 10 anni come per tutti gli adulti.
Il passaporto
Il passaporto non è un documento indispensabile, è necessario solo se il piccolo deve viaggiare in Paesi che lo richiedono (quelli fuori dall’Unione Europea): dal 2012 per legge anche i bambini devono avere un passaporto proprio, non è più valida l’iscrizione sul passaporto del genitore.
Per richiedere il passaporto il bambino deve essere già in possesso della carta d’identità: poi il passaporto va richiesto presso una sede della questura della Polizia di Stato, previo appuntamento online dalla pagina dedicata.
Bisogna quindi presentare il modulo stampato della richiesta per minorenni, firmato dai genitori, la carta d’identità, 2 fototessere, una marca da bollo da 73,50 € e la ricevuta del pagamento di bollettino postale di 42,50 €.
La validità del passaporto è di 3 anni per bambini da 0 a 3 anni, dai 3 ai 18 anni la validità è di 5 anni e passa a essere di 10 anni per gli adulti sopra i 18 anni.
Gli importi delle tasse da corrispondere e le modalità di richiesta del passaporto potrebbero cambiare con il passare del tempo: per questo è sempre meglio consultare la pagina dedicata della Polizia di Stato in modo tale da essere sicuri che le informazioni siano aggiornate al 100%.
Differenze da Comune a Comune
Il procedimento per ottenere i vari certificati e documenti è uguale su tutto il territorio nazionale ma è anche vero anche i diversi Comuni potrebbero presentare delle differenze per quanto riguarda il tempo d’attesa per l’emissione di alcuni certificati o documenti.
Per questo se abbiamo dubbi può essere una buona idea quella di andare in Comune a chiedere indicazioni prima della nascita del piccolo, in modo da non farci trovare impreparati.
Infine ricordiamo che le informazioni di questo articolo sono corrette al momento in cui scriviamo (febbraio 2018): con il passare del tempo alcune cose potrebbero cambiare, in tal caso provvederemo ad aggiornare l’articolo con le novità!
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