Plastica nelle urine dei bambini: ecco i risultati dello studio LIFE PERSUADED dell’Istituto Superiore di Sanità
Sappiamo che l’uso della plastica andrebbe ridotto al minimo per evitare l’inquinamento ambientale e le gravi ripercussioni negative che riguardano anche gli animali: tuttavia uno studio portato avanti per quattro anni (ma pubblicato solo a fine ottobre 2018) ha dimostrato che l’uso di questo materiale è dannoso anche per gli umani, soprattutto i bambini.
Il progetto europeo LIFE PERSUADED
Lo studio di biomonitoraggio LIFE PERSUADED finanziato nell’ambito del programma LIFE+ Environment Policy and Governance ha affrontato nei 4 anni di lavoro la problematica connessa all’esposizione della popolazione a sostanze di ampio utilizzo nella plastica come Ftalati (DEHP) e Bisfenolo A (BPA).
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Queste sostanze sono interferenti endocrini, capaci quindi di alterare la normale funzionalità dell’apparato endrocrino (ovvero l’insieme di ghiandole che producono gli ormoni); DEHP e BPA sono composti utilizzati come plasticizzanti in tantissimi prodotti di uso quotidiano (contenitori per alimenti, giocattoli, cosmetici, carta termica, etc.).
In particolare nello studio si sono voluti valutare i livelli di esposizione a DEHP e BPA nei bambini e negli adolescenti in Italia: l’infanzia e la pubertà rappresentano fasi dello sviluppo cruciali e suscettibili agli effetti degli interferenti endocrini.
Per lo studio sono state prese in esame 2023 coppie madre-bambino (di età compresa tra i 4 e i 14 anni) del Nord, Centro e Sud d’Italia; sono stati analizzati campioni delle urine e questionari sullo stile di vita di ogni famiglia. Tra le altre cose, sono state prese in esame:
- l’associazione con alcune patologie infantili di origine endocrina quali telarca prematuro (sviluppo delle ghiandole mammarie), pubertà precoce centrale e obesità infantile, di origine idiopatica
- la valutazione degli effetti dell’esposizione a DEHP e BPA, singoli e in miscela, mediante uno studio tossicologico in vivo
I risultati sui bambini
Purtroppo i risultati dello studio danno un quadro piuttosto negativo della situazione.
DEHP
Livelli misurabili di questa sostanza sono stati riscontrati nel 100% dei bambini analizzati. Benché non si siano osservate differenze fra i bambini che abitano in aree urbane da quelli che vivono in aree rurali, si sono potute apprezzare differenze significative sulla presenza di DEHP nelle urine rispetto alla zona geografica di residenza (di più al Sud, di meno al Centro e ancora di meno al Nord).
I livelli di DEHP sono risultati più elevati nella fascia d’età 4-6 anni, andando a scemare nelle fasce più alte.
BPA
Il Bisfenolo A è stato rilevato “solo” nel 76% dei bambini analizzati; anche qui, la concentrazione di questa sostanza al Sud è più alta rispetto al Nord, con una differenza che riguarda anche le aree urbane (più concentrazione) rispetto a quelle rurali (meno concentrazione).
Anche per il BPA sono stati osservati livelli più alti nei bambini di 4-6 anni rispetto alle altre fasce di età.
Chi sono i soggetti più a rischio di contaminazione?
Attraverso l’analisi dei questionari consegnati ai soggetti analizzati sono stati identificati alcuni comportamenti e abitudini che portano a un rischio maggiore di esposizione agli interferenti endocrini sia nei bambini sia nelle madri:
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- livelli più alti della somma dei DEHP si sono osservati in bambini che giocano più di 4 ore al giorno con giocattoli di plastica, inclusi quelli elettronici
- i bambini di età compresa tra i 7 e i 14 anni che svolgono attività fisica hanno livelli più bassi di DEHP e BPA che variano a seconda dello sport praticato, del sesso e dell’area di residenza
- nelle madri, livelli più alti di BPA e DEHP si riscontrano in chi fa attività fisica all’aperto in aree urbane del centro Italia
- sia nei bambini sia nelle madri, livelli più alti di DEHP e BPA sono associati all’utilizzo di plastica monouso (bicchieri, piatti) che aumentano in relazione alla frequenza d’uso, e all’utilizzo di contenitori in plastica nel microonde.
In conclusione
Questo importante studio dimostra che determinate abitudini e stili di vita possono contribuire all’esposizione verso sostanze dannose come gli interferenti endocrini; è importante quindi cercare di utilizzare meno possibile oggetti e giocattoli di plastica.
Fondamentale anche diminuire l’uso di prodotti monouso in plastica che sono già oggetto di regolamentazione con la nuova direttiva europea per ridurre i rifiuti marini.
Nello specifico, dal partire dal 2021 non si potranno più commercializzare piatti di plastica, posate di plastica, cotton fioc, cannucce, mescolatori contenitori per cibi e bevande in polistirolo espanso.
Per altri prodotti è prevista una semplice riduzione del consumo a partire dal 2026 mentre, per quanto riguarda le bottigliette di plastica, sono stati stabiliti nuovi requisiti di fabbricazione: le bottiglie PET dovranno essere prodotte con un minimo del 25% di plastica riciclata entro il 2025 e i tappi dovranno rimanere attaccati alle bottiglie.
Speriamo che i dati venuti alla luce grazie allo studio LIFE PERSUADED insieme alle nuove direttive europee possano davvero rappresentare una svolta sull’uso e l’abuso della plastica; per chi volesse leggere i risultati dello studio in maniera integrale, ecco da dove scaricarli.
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