Cos’è la lallazione? Scopriamo perché i bambini lallano, quando lo fanno e come aiutare il loro sviluppo linguistico!
Quando si parla di bambini e linguaggio si pensa subito al traguardo più emozionante per i genitori: la pronuncia delle prime parole! Prima che questo avvenga però c’è un periodo più o meno lungo di tempo durante il quale i bambini “lallano”, ovvero emettono una serie di suoni ripetendo due o più sillabe.
Si tratta solo di suoni senza nessuno scopo comunicativo? Assolutamente no, anzi, lallare è un importantissimo indicatore dello sviluppo cognitivo dei bimbi. Andiamo a vedere perché!
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Suoni volontari e involontari
Alla nascita i bimbi emettono una serie di suoni in maniera del tutto involontaria: sono chiamati infatti suoni involontari e si tratta di colpi di tosse, sospiri, borbottii, ruttini e tutti quei “rumori” che non dipendono dalla volontà del bebè di comunicare o – più semplicemente – di emettere un suono.
Tra il primo e il quarto mese di vita però i bimbi cominciano ad emettere i primi suoni volontari, soprattutto nella relazione con i famigliari o con chi abitualmente si prende cura di loro.
Lallazione: reduplicata, variata e conversazionale
Verso il quinto mese i bambini cominciano a lallare, ovvero a emettere suoni composti da sillabe alternate, via via sempre più “complesse”.
Questo fenomeno (che in inglese prende il nome di “babbling”) attraversa diversi stadi:
- all’inizio, dai 4 ai 6 mesi circa, si manifesta la lallazione reduplicata, ovvero con una sillaba (consonante + vocale) che si ripete, ad esempio “dadada”
- in seguito (6-9 mesi) c’è la lallazione variata dove diverse sillabe composte da consonante e vocale si alternano (ad esempio “tidadi”)
- infine – dai 9 mesi in poi circa – troviamo la lallazione conversazionale: l’alternanza di sillabe è accompagnata da intonazioni, pause e turni; questa fase può sovrapporsi con il periodo durante il quale il bimbo comincia a pronunciare le prime parole
Come sempre i tempi sono indicativi e possono variare da bambino a bambino; di solito i piccoli iniziano a lallare circa tre mesi prima di iniziare ad indicare gli oggetti.
Perché lallare è importante per lo sviluppo cognitivo dei bambini?
La lallazione è la fase che precede l’arrivo delle prime parole ed è un importante indicatore sociale, emotivo e cognitivo.
Tutti i bambini del mondo tendono a lallare in modo simile durante i primi mesi di vita, indipendentemente dalla lingua nella quale gli si parla; dai 18 mesi circa cominciano ad emettere i suoni tipici della lingua che parleranno.
I bambini sono in grado di riconoscere i suoni molto prima di saperli emettere; riuscire a riprodurre una consonante non è qualcosa di innato ma qualcosa che il piccolo deve imparare capendo come muovere la lingua e le labbra per emettere quel particolare suono, ascoltandosi e affinando la tecnica (questo comincia ad avvenire verso i 12 mesi).
I bambini imparano a produrre i suoni ascoltando le parole e, per questo, l’interazione con i membri della famiglia o comunque delle persone che si prendono cura di loro ha un ruolo fondamentale.
I bambini si basano sulle reazioni degli adulti alle loro lallazioni; in questo modo cominciano a capire come funziona la comunicazione (un processo fra due o più persone durante il quale uno parla, l’altro ascolta e poi risponde) e a rendersi conto del significato delle prime parole.
Come aiutare un bambino a lallare?
In un nostro precedente post abbiamo visto 12 consigli per migliorare le capacità comunicative dei bambini che già hanno iniziato a parlare, ma è possibile anche aiutare i piccoli che lallano a continuare ad esercitarsi e a comprendere come funzionano i meccanismi della comunicazione.
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Per questo, come abbiamo già detto, è importantissimo rispondere alla lallazione: soprattutto all’inizio i suoni emessi non hanno un vero valore comunicativo, sono semplicemente suoni che il piccolo ripete perché gli risultano gradevoli.
Ripetendoli facciamo capire al bambino che lo stiamo ascoltando e che “riceviamo” il messaggio che sta mandando (almeno a livello fonetico); questo lo stimolerà a continuare a “parlarci”.
Quando i bambini lallano spesso si aiutano indicando gli oggetti a cui sono interessati: in quel caso possiamo dirgli come si chiama l’oggetto che hanno indicato (“Palla? Vuoi la palla?”).
Dai 7 mesi la lallazione dovrebbe includere anche le consonanti: utilizzare solo le vocali non permette ai bimbi di esercitare i muscoli della bocca grazie ai quali poi articoleranno il linguaggio vero e proprio e non dà loro modo di allenarsi a pronunciare i suoni che poi porteranno alla formazione delle parole.
Probabilmente però ciò che più aiuta i bambini a lallare (e successivamente ad articolare il linguaggio) è che ci sentano parlare: anche se siamo in casa da soli con il bimbo non perdiamo l’opportunità di parlargli.
Anche mentre cuciniamo, lo guardiamo giocare, mentre lo vestiamo raccontiamogli cosa stiamo facendo: oppure leggiamogli un libro, un’attività che – come abbiamo già visto – ha tantissimi benefici per i bimbi.
Quando il bimbo è già più grandicello ed è quindi nella fase della lallazione conversazionale diamogli la possibilità di risponderci lallando: facciamogli delle domande e facciamogli capire che è il suo turno di parlare.
Quando preoccuparsi se un bambino non lalla?
Non ci stancheremo mai di ripeterlo: ogni bambino ha i suoi tempi che possono variare di poco o di molto rispetto alle indicazioni di massima.
Se il piccolo non lalla affatto entro i 10 mesi d’età però ci potrebbero essere alcuni problemi:
- non gli si parla abbastanza
- il piccolo ha un problema d’udito e non riesce a sentire le parole che gli vengono dette in modo tale da imitarne i suoni
- c’è un problema a livello cognitivo e il bimbo ha difficoltà a processare le parole e i suoni che sente
In questi casi è necessario sentire il parere del pediatra che potrà valutare il caso specifico prendendo in analisi anche altri aspetti del comportamento del piccolo per capire l’origine del problema.
In conclusione
Per i bambini è importantissimo che i genitori riescano a creare con loro un’interazione sociale durante la quale il siano in grado di imparare cose nuove; quando il piccolo lalla sembra essere più propenso ad interiorizzare nuovi concetti, per questo è proprio quando sembra che il bimbo ci voglia parlare che è importante dargli una risposta.
Parlare tanto ai nostri bimbi non solo li aiuta a livello linguistico e cognitivo ma rafforza anche il legame che hanno con noi: può sembrare scontato ma quando un piccolino ancora non dice nulla – e quindi non ci può rispondere – a volte ci dimentichiamo dell’importanza di parlargli.
Diamo libero sfogo alla nostra fantasia e raccontiamo ai nostri piccoli cosa ci è successo durante la giornata, cosa ci piacerebbe fare con loro, i nostri progetti per il futuro…. Non sapranno ancora dirci “grazie”, ma gli stiamo facendo un grande favore per il loro sviluppo linguistico!
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