Come e cosa sentono i neonati? Lo sviluppo uditivo da 0 a 12 mesi e come riconoscere eventuali problemi
Abbiamo già visto che al momento della nascita – e per alcuni dei mesi successivi – la vista dei bambini non è ancora del tutto sviluppata e, per questo, all’inizio vedono in modo diverso rispetto agli adulti.
Questo accade anche per l’udito? Cosa sentono i neonati? Come accorgersi se hanno problemi auditivi? Scopriamolo insieme!
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Quando iniziano a sentire i neonati?
Il senso dell’udito si sviluppa già nel grembo materno: attorno alla trentesima settimana di gestazione il feto è in grado di sentire alcuni rumori come il battito cardiaco della mamma e il suono della sua voce.
Al momento della nascita quindi un neonato è già in grado di sentire abbastanza bene anche se non perfettamente come un adulto: perché?
Come sentono i neonati?
Abbiamo appena detto che sebbene i piccolini siano già in grado di sentire i suoni e i rumori in maniera piuttosto definita non sono ancora capaci di sentire come lo farebbe un adulto; questo accade per una serie di ragioni:
- il loro orecchio medio (la parte dell’orecchio fra la membrana timpanica e l’orecchio interno) contiene del liquido che ci metterà un po’ di tempo a riassorbirsi
- il sistema uditivo è ancora leggermente immaturo
- anche il lobo temporale (la parte del cervello da cui dipende anche il senso dell’udito) deve svilupparsi ulteriormente
Per tutte queste ragioni i piccoli sono in grado di sentire meglio le frequenze più acute: si pensa possa essere anche per questo che nel baby talk (chiamato anche motherese, materese o madrese, ovvero il modo di parlare che gli adulti – soprattutto le mamme – usano quando si rivolgono a bambini molto piccoli) il tono di voce utilizzato senza che ce ne rendiamo conto sia più acuto rispetto al normale!
Udito dei bambini: come cambia da 0 a 12 mesi?
Anche l’udito dei bambini passa per diverse fasi che non riguardano solo il poter sentire ma anche come i piccoli assimilano le informazioni ricevute attraverso i suoni: andiamo a vedere i cambiamenti principali dalla nascita al compimento del primo anno di vita!
0 mesi
Non sentono ancora perfettamente ma riconoscono la voce della mamma (che hanno sentito nell’utero) e rispondono a stimoli sonori forti: se c’è un rumore importante ed improvviso possono mettersi a piangere o spaventarsi e manifestare il riflesso di moro.
3/4 mesi
Il lobo temporale è più sviluppato e quindi l’udito è più attivo e ricettivo; i piccoli reagiscono ai suoni, sorridono quando sentono voci familiari, guardano la bocca degli adulti mentre parlano e possono cominciare a cercare di imitare i suoni che sentono con la lallazione.
6/7 mesi
I bambini capiscono da dove arrivano i suoni e si girano nella giusta direzione quando sentono uno stimolo uditivo: riconoscono la voce dei membri della famiglia e amano sentire musica e canzoncine; è più o meno in questo momento che lo sviluppo uditivo si completa.
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12 mesi
A un anno di vita i bambini sono ormai in grado di sentire perfettamente! Sanno riconoscere le canzoni preferite cercando a volte di canticchiarle e tendono a imitare i suoni che li circondano.
Come aiutare lo sviluppo dell’udito dei bambini?
Possiamo aiutare i piccoli a sviluppare le loro capacità uditive osservando semplici abitudini:
- parliamogli tanto, fin da piccolissimi
- cantiamogli canzoncine e filastrocche
- facciamogli sentire diversi tipi di musica (non solo canzoncine da bambini) e lasciamo che siano i bimbi a farci capire – a tempo debito – le loro preferenze!
- leggiamo loro a voce alta fin dai primi mesi usando diverse intonazioni (magari per passare da un personaggio all’altro della stessa storia)
Problemi all’udito nei bambini: come riconoscerli?
In tutta Italia al momento della nascita viene realizzato ai piccoli lo screening audiologico neonatale: l’obiettivo è quello di individuare in maniera precoce eventuali deficit uditivi per poter intervenire in modo tempestivo.
Durante lo screening audiologico neonatale si inserisce un sondino nella parte esterna dell’orecchio e si emettono piccole stimolazioni sonore per valutare la risposta della coclea (una piccola componente dell’organo dell’udito): se il test dovesse dare risultato negativo vuol dire che l’udito non è compromesso mentre se il risultato dovesse essere positivo verranno fatti test più approfonditi per accertare l’eventuale problema.
Questo screening è fondamentale perché dà modo di intervenire già nei primissimi mesi di vita con protesi adatte e terapie dal logopedista per poter migliorare la situazione nei casi di ipoacusia (indebolimento dell’udito) dei bambini.
In ogni caso, se l’esame dell’udito dovesse dare risultato negativo ma ci accorgessimo che dopo le prime settimane di vita il nostro bimbo non risponde a stimoli rumorosi o non si gira quando sente la voce della mamma o del papà è meglio chiedere il parere del pediatra.
Per quanto riguarda la presenza di cerume, non c’è da preoccuparsi: si tratta di una sostanza importante per la buona salute del condotto uditivo e rimuoverla ha una ragione puramente estetica; ne avevamo parlato nell’approfondimento dedicato alla pulizia delle orecchie dei neonati!
In conclusione
Grazie allo screening audiologico neonatale ora è possibile rendersi conto a poche ore o giorni dalla nascita di problemi che, in passato, venivano individuati anni più tardi: questo permette ai piccoli con problemi auditivi di avere molte più possibilità di migliorare cominciando subito un adeguato percorso terapeutico!
L’importante è come sempre tenere d’occhio i nostri bimbi e parlare con il pediatra se sospettiamo che ci sia qualcosa che non va.
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