Certificato medico per l’attività sportiva, abolito l’obbligo da 0 a 6 anni: ecco cosa cambia da marzo 2018
Fare attività fisica è importante e positivo per la salute a tutte le età, e cominciare da piccoli è il modo migliore per evitare di abituarsi a uno stile di vita sedentario.
Già in passato abbiamo scritto dei benefici che possono dare, per esempio, i corsi di nuoto per i neonati, e sebbene questa sia una delle attività più gettonate da proporre ai bambini più piccoli non è l’unica che si può far fare loro.
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Alcune società sportive, per esempio, hanno cominciato a organizzare corsi di ginnastica e danza “propedeutica” già a partire dai 4 anni, mentre con il calcio e il cosiddetto “minicalcio” si può iniziare intorno ai 5 / 6 anni.
Per tutte queste e per le altre attività sportive da 0 a 6 anni, da marzo 2018 c’è una bella novità: accogliendo una richiesta di FIMP, la Federazione Italiana Medici Pediatri, il Ministro della salute Beatrice Lorenzin e quello dello sport, Luca Lotti, hanno abolito – attraverso la pubblicazione di un decreto congiunto – l’obbligo del certificato medico sportivo.
Grazie a questa novità i genitori che vogliono iscrivere i bambini ai corsi di nuoto, ginnastica, calcio o di qualsiasi altro sport, fino ai 6 anni di età dei piccoli non sono più costretti ad allegare una documentazione medica, se non in casi specifici indicati dallo stesso pediatra di famiglia.
L’abolizione dell’obbligo, infatti, non significa che i bambini con un quadro clinico particolare (come quelli che soffrono di difficoltà respiratorie o hanno problemi a livello cardiovascolare) non saranno più monitorati: questo genere di controllo continuerà a essere svolto dal medico curante, che potrà continuare a prevedere tutti gli esami del caso prima di rilasciare l’idoneità alla pratica sportiva.
Per i genitori consapevoli di eventuali problematiche di salute del proprio bambino, o che sospettano la presenza di qualcuna di queste, resta quindi sempre valida l’indicazione di prestare attenzione e parlarne con il pediatra, in modo da riuscire a fugare ogni dubbio.
Il certificato medico per l’attività sportiva dei bambini tra 0 e 6 anni cessa di esistere dopo aver avuto una vita piuttosto breve, iniziata nel 2012: già nel 2015 FIMP evidenziò l’esigenza di abolire questo obbligo perché rappresentava un costo extra per molte famiglie e quindi una barriera alla pratica dell’attività sportiva.
Una barriera, peraltro, dalla dubbia efficacia. Come ha spiegato a La Repubblica il presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP), Alberto Villani:
Per escludere ogni genere di rischio e costruire un quadro clinico completo sarebbero necessari esami molto più numerosi e approfonditi sulla salute del bambino rispetto a un semplice elettrocardiogramma
Il suo parere è stato condiviso anche dagli esperti del Tavolo in materia di medicina dello sport istituito presso il Ministero il 20 settembre 2017, e chiamato a esprimersi anche su questo aspetto.
Al termine di questi studi e di queste riflessioni è stato quindi deciso di abolire l’obbligo del certificato medico per l’attività sportiva dei bambini da 0 a 6 anni.
L’obiettivo di questa misura è cercare di semplificare, attraverso la riduzione della relativa burocrazia, l’accesso all’attività fisica.
Le statistiche più recenti segnalano che il 53% dei bambini tra i 3 e i 5 anni e il 22% di quelli tra 6 e 10 non pratica alcun tipo di attività: la speranza è che ora anche questi, e soprattutto le loro famiglie, abbiano un ostacolo in meno e possano scegliere di mettersi in moto, adottando uno stile di vita più sano.
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