Bonus papà 2018, le novità del congedo di paternità: ecco cosa cambia! [AGGIORNATO]
Ultimo aggiornamento il 26 marzo 2018
L’inizio del 2018 ha portato importanti novità per quanto riguarda il congedo parentale: da quest’anno, infatti, chi diventa papà ha diritto ad assentarsi dal posto di lavoro non più due giorni soltanto, ma quattro. Come funziona questo “nuovo” congedo di paternità?
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La disposizione, in realtà, tanto nuova non è: il congedo di paternità è stato infatti introdotto dalla Legge 92/2012 (articolo 4, comma 24, lettera a.).
Lì si legge che il congedo per il padre lavoratore è obbligatorio, e deve essere utilizzato entro i cinque mesi di vita del bambino.
Con la Legge di Bilancio 2017 (al comma 354 dell’articolo 1) la durata del congedo di paternità è stata raddoppiata a due giorni per i papà dei nati nel 2017, mentre chi diventa papà nel 2018 ha diritto a un congedo ulteriormente raddoppiato, appunto a quattro giorni.
Questi quattro giorni previsti dal congedo di paternità si possono godere anche in via non continuativa (purché entro i cinque mesi di vita del bambino); per il papà c’è anche la possibilità di avere un quinto giorno di congedo, ma solo “scambiandolo” con la madre (che deve rinunciare a un giorno del suo congedo di maternità per “cederlo” al papà).
Il congedo papà (ribattezzato da qualcuno anche bonus papà) può essere usato da tutti i padri – anche quelli anche adottivi o affidatari – che siano lavoratori dipendenti di aziende private.
Per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche, invece, al momento in cui scriviamo si attende una norma ad hoc che dovrà essere approvata dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, e che definirà le varie modalità di richiesta, fruizione, e quant’altro.
Il congedo di paternità obbligatorio (4 giorni) è un diritto indipendente da quello della madre lavoratrice: anche nel caso in cui questa dovesse rinunciare (in tutto o in parte) alla propria maternità, il papà può comunque richiedere di avere i giorni che gli spettano.
Il congedo di paternità facoltativo (quinto giorno), invece, è subordinato alla scelta della madre di rinunciare a uno dei giorni della sua maternità: in caso contrario, non può essere goduto.
La domanda per il congedo di paternità deve essere fatta al datore di lavoro almeno 15 giorni prima rispetto alla data presunta del parto.
La richiesta deve essere fatta in forma scritta, indicando al datore di lavoro le date in cui il padre intende usufruire del congedo.
Aggiornamento del 26 marzo 2018
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Come fare questa richiesta resta uno degli aspetti più controversi del congedo di paternità: anche in base alle domande che ci avete posto, proviamo a fare ulteriore chiarezza.
- Il calcolo delle tempistiche per la richiesta funziona in maniera analoga rispetto a quello che si adotta per le madri lavoratrici: la data in base a cui si devono contare i 15 giorni previsti dalla Legge è quella presunta del parto.
- Per fare un esempio, per una gravidanza che ha il termine al 30 aprile 2018 la richiesta al datore di lavoro può essere fatta entro il 15 aprile; se poi l’evento parto si verifica in uno dei giorni compresi tra il 16 e il 30, o oltre, resta comunque valida e il padre ha diritto ai 4 giorni di congedo a partire dalla data effettiva del parto.
- Se invece il bambino arriva con più di 15 giorni di anticipo rispetto al termine, e il papà non ha ancora fatto richiesta del congedo, può rimediare al momento del parto: il calcolo dei 15 giorni di preavviso, infatti, si basa comunque sulla data presunta del parto.
- Il discorso è diverso nel caso in cui il padre sfori il limite dei 15 giorni, andando oltre (ossia più vicino alla data presunta per il parto): in quel caso non avrà diritto al congedo di paternità, a meno di accordi interni con il datore di lavoro
L’indennità di congedo viene anticipata dal datore di lavoro e copre il 100% della normale retribuzione giornaliera. Sarà poi INPS a ristorare il datore di lavoro di quanto pagato per questa indennità.
Se invece l’erogazione dell’indennità viene fatta direttamente dall’INPS, per richiederla il papà deve seguire la procedura indicata nella pagina dedicata del sito dell’ente.
I giorni del congedo di paternità obbligatorio e facoltativo non possono essere frazionati in ore (per esempio come permessi da usare di tanto in tanto per le diverse esigenze del bambino), ma devono essere goduti completamente.
Le statistiche più recenti dicono che in Italia sono solo 2 su 10 i papà che hanno usufruito del congedo di paternità obbligatorio; questo dato è dovuto anche all’assenza di sanzioni a carico dell’azienda che non riconosce il diritto, o del papà che non richiede di poterlo fruire (sanzioni – penali – che invece sono previste per il datore di lavoro che non concede l’astensione obbligatoria alla madre).
La “nuova” Legge sul congedo di paternità nasce anche per cercare di modificare questa situazione riconoscendo l’importanza anche del ruolo di supporto del padre nei primi giorni di vita di un neonato.
Nel confronto con gli altri Paesi europei, come si colloca ora l’Italia a fronte di questa nuova misura relativa al congedo di paternità?
Le situazioni sono molto diverse, così come lo è anche il mondo del lavoro:
- in Austria e in Germania, per esempio, non c’è un congedo di paternità vero e proprio; in Germania, però, è previsto un congedo parentale che può arrivare fino a 14 mesi con il 67% dello stipendio (e che i papà usano per stare a casa con i figli per due mesi in 4 casi su 10);
- in Portogallo i genitori possono prendere 120 giorni consecutivi (o 150 se condividono le ferie), ma ci sono delle limitazioni rispetto ai periodi in cui è possibile “trasferire” da mamma a papà questo diritto;
- in Svezia i genitori hanno un monte di 480 giorni a disposizione, da spendere entro i nove anni di età del bambino, e nelle prime due settimane di vita possono stare a casa insieme ad accudire il piccolo;
- la Francia mette a disposizione dei papà 11 giorni di congedo, da spendere entro i primi 4 mesi;
- il Belgio fa peggio dell’Italia sul congedo obbligatorio (3 giorni) ma si riscatta con i 10 giorni facoltativi;
- in Slovenia il congedo di paternità durava 10 settimane fino al 2016; nel 2017 questa quota è stata portata a 7, per diventare 4 settimane nel 2018: comunque non poche…
- sicuramente più di quanto non si faccia in Lussemburgo, che da questo punto di vista è uno dei fanalini di coda: i giorni di congedo di paternità, lì, sono solo due!
Per la panoramica completa, vi rimandiamo a questa infografica dedicata e basata sui dati resi disponibili dalla Commissione Europea.
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