Asili nido in azienda: quando il welfare aziendale è a misura di neogenitori

Una delle preoccupazioni più comuni tra le mamme (ma anche tra i papà) che lavorano è cosa fare una volta finito il congedo di maternità: se con il rientro al lavoro non ci sono i nonni a dare una mano, si deve ricorrere all’asilo nido. Sapevate che alcune aziende offrono ai dipendenti la possibilità di mandare i loro bimbi all’asilo aziendale?

Gli asili nido aziendali sono una tra le tante forme di welfare aziendale: sono sempre di più le imprese che offrono ai propri dipendenti tutta una serie di vantaggi, aiuti ed incentivi che vanno al di là del semplice ritorno economico, ma puntano a raggiungere il benessere “globale” della persona.

Un importante passo in questa direzione sono gli asili nido aziendali: avere la possibilità di portare il proprio bimbo in un asilo che si trova all’interno (o nelle immediate vicinanze) dell’azienda è un aiuto significativo per le mamme e i papà che non sono costretti a correre per portare e andare a prendere il bambino prima e dopo il lavoro e non devono chiedere permessi nel caso il nido faccia orari diversi da quelli lavorativi.

In più, l’avere un asilo nido in azienda permetterebbe alle mamme di vivere più serenamente il rientro in ufficio dopo la maternità perché potrebbero vedere il piccolo durante la giornata: sono ancora troppe le neomamme che si ritrovano a dover riprendere il lavoro a 3 o 4 mesi dal parto, quando il bimbo non è nemmeno svezzato ed ha bisogno di attaccarsi al seno (o di prendere il biberon).

Nei casi di emergenza, poi, i genitori possono essere all’asilo in questione di minuti: se il piccolo stesse poco bene la mamma o il papà potrebbero andarlo a prendere immediatamente.

In più le rette mensili degli asili nido aziendali sono – generalmente – inferiori rispetto a quelle degli asili tradizionali: ma i vantaggi di questa possibilità non sono tutti per i dipendenti, anche le aziende beneficiano di questa formula in Italia ancora poco utilizzata.

In primo luogo perché i dipendenti sono più sereni, e vanno al lavoro più volentieri; inoltre, l’immagine e il clima aziendale ne risentono positivamente, e le mamme saranno incoraggiate a rientrare dalla maternità in tempi più brevi.

Seppur indietro rispetto agli altri Paesi, anche in Italia ci sono aziende che mettono a disposizione dei dipendenti l’asilo nido: tra queste troviamo Vodafone, Tod’s, Nestlè, Pirelli – per citarne solo alcune.

Ma gli asili nido aziendali non sono solo benefit da grandi multinazionali e a dimostrarlo arriva il caso di Achille Burocco, un imprenditore in pensione di quasi 90 anni che ha deciso di regalare alla sua azienda – la Burocco Industrial Valves S.r.l. – un asilo nido bilingue e di impostazione montessoriana a disposizione dei figli dei dipendenti.

Oltre a questi importanti esempi, però, il panorama in Italia è ancora lontano dall’essere roseo per le mamme e i papà che lavorano e che vorrebbero poter usufruire di questi servizi: il nostro augurio è che la situazione possa presto cambiare in meglio e che siano sempre di più le realtà che si impegnino a far sì che questo cambiamento avvenga.

Intanto, qualcosa comincia a muoversi: anche Assolombarda ha pubblicato un documento sul “Come e perché realizzare un asilo nido aziendale o interaziendale”; chi fosse interessato, lo trova a questo link!