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21 Novembre 2016 Il team di ProntoPannolino Allattamento

Allattare al seno i bambini prematuri: perché il latte materno è fondamentale nei piccoli pre termine?

Il 17 novembre si è celebrata la Giornata Mondiale della Prematurità, dedicata appunto ai bambini nati prima del termine: si considerano prematuri i bambini nati tra la 22ma e la 27ma settimana di gravidanza.

Meno è avanzata la gestazione al momento del parto, maggiori saranno le difficoltà di un bambino nato pre termine: i nove mesi di gravidanza sono necessari per preparare il piccolo alla vita fuori dall’utero, per questo se il parto avviene troppo presto ci sono delle complicazioni più o meno gravi che i neonati (e le loro famiglie) si ritrovano ad affrontare.

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I bambini prematuri, quindi, sono neonati con bisogni speciali: la maggior parte dei prematuri non è in grado di attaccarsi al seno autonomamente e in una maniera efficace per le prime settimane di vita, eppure l’allattamento al seno nei prematuri è fondamentale.

Allattare i bimbi nati pre termine è terapeutico per loro e per le loro mamme: il legame tra il piccolo e la mamma (un legame iniziato già nell’utero) si rinforza, ed è fondamentale per il corretto sviluppo dei neonati prematuri.

Inoltre il latte materno è la miglior medicina ed il miglior vaccino per i piccoli nati pre termine, il cui quadro clinico è talvolta delicato: ancora prima che alla mamma venga la montata lattea, infatti, il seno secerne il colostro, una sostanza giallastra ricca di immonoglobuline e di cellule immunitarie che proteggono i piccoli dalle infezioni.

Se, in passato, quando nasceva un piccolo pre termine era scontato cominciare ad alimentarlo attraverso il biberon utilizzando il latte artificiale, grazie a diverse campagne di sensibilizzazione (e alla ricerca che ha dimostrato un recupero maggiore nei prematuri che vengono allattati con latte materno) ora tantissime mamme decidono di allattare al seno i piccolo pre termine.

Ma come fare se, all’inizio, i neonati non hanno la forza per attaccarsi al capezzolo e succhiare? In questi casi il biberon è sconsigliato poiché abitua il piccolo ad una suzione differente rispetto a quella del capezzolo.

Ci sono però tutta una serie di ausili (da utilizzare dietro consiglio del personale medico) che si possono usare per nutrire un bambino prematuro con il latte materno precedentemente estratto con un tiralatte (o proveniente da una banca del latte, di cui parleremo dopo):

fingerfeeder: si tratta di un beccuccio di silicone da attaccare a una siringa riempita di latte; il beccuccio viene poi introdotto nella bocca del bambino insiema al dito della mamma o del papà.

Se infiliamo il dito nella bocca di un bimbo il suo istinto è quello di succhiare (anche se è addormentato), per questo il Fingerfeeder è uno strumento utile in tanti casi in cui è necessario stimolare la suzione.

Bicchierino: si tratta di bicchierini graduati che aiutano a capire la quantità di latte ingerito: sono utili nel caso di bambini prematuri per somministrare di frequente piccole quantità di latte.

DAS: è l’acronimo di Dispositivo d’Allattamento Supplementare ed è composto da una sorta di bottiglietta che, tramite una cordicella, rimane appesa al collo della mamma a testa in giù: la bottiglia contiene latte e dalla sua estremità escono due tubicini sottilissimi che vengono fissati al seno, all’altezza del capezzolo.

In questo modo il piccolo si esercita a succhiare il capezzolo (con conseguente stimolo della produzione per la mamma) ma riceverà il latte dalla bottiglietta dato che la suzione necessaria per estrarre il latte dai tubicini è meno impegnativa rispetto a quella richiesta dal seno materno.

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Il DAS è anche un ottimo strumento per la transizione dagli ausili al seno materno vero e proprio, quando il piccolo sarà in grado di succhiare con più vigore.

Ma ecco che, arrivati a questo punto, può sorgere un altro problema: a causa delle loro dimensioni ridotte, nella tradizionale posizione di allattamento i piccoli prematuri tendono ad arrotolarsi su sé stessi; è quindi necessario assumere posizioni alternative (che si usano anche con i bambini nati a termine) che li possano aiutare a nutrirsi in una maniera più efficace e meno faticosa.

Tra queste posizioni troviamo:

  • la posizione di transizione che ci permette di vedere la bocca del bambino e controllare ciò che fa;
  • la posizione rugby o sottobraccio che garantisce una migliore stimolazione dei i dotti lattiferi, per il bimbo è quindi più semplice succhiare e ricevere latte.

In questo approfondimento de La Leche League trovate una spiegazione dettagliata di come realizzare queste due (e tante altre) posizioni per l’allattamento.

Un’altra difficoltà che può presentarsi quando si allatta al seno un bambino prematuro è che i pretermine tendono a dormire moltissimo (e ad addormentarsi poco dopo aver iniziato la poppata): è quindi necessario talvolta svegliarli dolcemente per invitarli a mangiare.

In questi casi è utile cambiargli il pannolino, o massaggiargli delicatamente il viso, i piedi o le mani; se invece si sono addormentati durante la poppata, la mamma può cercare di svegliarli cambiando posizione oppure cambiando seno.

Un altro modo per invitarli a poppare è spremere manualmente il capezzolo facendo fuoriuscire qualche goccia di latte, per poi passarla sulle labbra del bimbo che sarà più portato ad aprire la bocca e cominciare a bere.

Come sappiamo, la produzione di latte materno è strettamente legata alla richiesta del piccolo: più il bimbo succhia, più latte viene prodotto. Se per diverse settimane il bimbo quindi non è in grado di succhiare, e viene nutrito con il latte artificiale attraverso gli ausili per l’allattamento o con il biberon, può darsi che la mamma in seguito non possa più produrre latte.

Questo non vuol dire che allora l’unica alternativa sia il latte artificiale: avevamo già parlato delle banche del latte umano donato che, in Italia, sono oltre 30 ubicate in quasi tutte le regioni; ai bambini prematuri è possibile dare latte materno donato pastorizzato.

Un altro modo per stimolare l’allattamento materno, un metodo che ha anche molteplici benefici per lo sviluppo ed il benessere del bambino prematuro in generale (ed anche dei bambini nati a termine), è il contatto pelle a pelle; lo “skin to skin” rende ancora più salda la relazione tra madre e bambino e causa un aumento nella produzione di ossitocina e prolattina (ormoni che svolgono un ruolo chiave per l’allattamento).

Il contatto pelle a pelle, inoltre, diminuisce lo stress nel neonato e migliora il suo sviluppo neuromotorio e cognitivo.

E’ evidente che, se spesso allattare è già di per sé faticoso, lo è ancora di più se il nostro bambino è nato pre termine: nell’allattamento al seno con i bambini prematuri c’è bisogno davvero di tanta pazienza e soprattutto di avere fiducia nelle proprie capacità e in quelle del proprio bimbo.

In questi casi, come sempre, è fondamentale appoggiarsi ad una rete di sostegno che abbia le capacità di supportare le mamme e i papà durante i primi mesi di vita del bambino: per questo è importante fare affidamento sul personale ospedaliero, le ostetriche ed il pediatra, ma anche rivolgersi, se sorge la necessità, ad associazioni come La Leche League che possono dare consigli utili e personalizzati per un corretto allattamento al seno.

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Etichettato con: allattamento neonati prematuri, allattare i bambini nati pre termine
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