Acido folico in gravidanza: ecco perché è importante e quando iniziare a prenderlo!
La gravidanza è un momento molto delicato nella vita di una donna, sia a livello emotivo sia a livello fisico: durante la gestazione i bisogni del corpo cambiano e il ginecologo (di norma) consiglia alla futura mamma di fare periodicamente gli esami del sangue in modo tale da tenere sotto controllo – tra le altre cose – anche il livello del ferro e dello zucchero per poi, all’occorrenza, prescrivere farmaci o integratori specifici.
Tuttavia, c’è una vitamina che tutte le donne in gravidanza devono prendere anche se perfettamente in salute: stiamo parlando della vitamina B9, conosciuta più comunemente come acido folico.
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L’acido folico – chiamato anche folacina – è una vitamina molto importante per il nostro organismo: svolge un ruolo chiave nella sintesi e riparazione del DNA e risulta particolarmente importante in gravidanza poiché minimizza il rischio di malformazioni fetali, in particolar modo le disfunzioni del tubo neurale (DTN).
Le DTN sono un gruppo di malformazioni congenite dovute a problemi dello sviluppo dell’embrione nell’utero nei 28 giorni successivi al concepimento; la causa è da cercare nei difetti di chiusura del sistema nervoso centrale e delle strutture a esso connesse (come la cute, le ossa e le meningi).
Le disfunzioni del tubo neurale più comuni, e quelle per le quali l’acido folico si è dimostrato più efficace in termini di prevenzione, sono la spina bifida (una malformazione del midollo spinale causata da una chiusura incompleta delle vertebre) o l’anencefalia (al nascituro manca la parte superiore della scatola cranica e dei tessuti che la circondano, ed è quindi una patologia incompatibile con la vita).
Siccome queste malformazioni si verificano nel primissimo stadio della gravidanza (nei primi 28 giorni appunto) l’ideale è cominciare ad assumere l’acido folico dai 3 ai 6 mesi prima del concepimento e proseguire poi almeno per tutto il primo trimestre di gestazione; nel caso di una gravidanza non programmata è necessario iniziare a prendere la vitamina B9 il prima possibile e continuare almeno per 12 settimane.
Il dosaggio di acido folico che di solito viene prescritto alle donne in gravidanza è di 0,4 mg al giorno e si assume sotto forma di compresse; ci sono alcuni casi però in cui alle future mamme viene prescritta una dose maggiore (di solito 4 o 5 mg al giorno), e ciò si verifica quando:
- nella famiglia di uno dei futuri genitori c’è stato un episodio di DTN
- le donne soffrono di epilessia o diabete
- le donne sono affette da obesità
- le future mamme hanno avuto (o hanno) problemi di alcolismo
- le future mamme hanno avuto precedenti gravidanze con un feto affetto da malformazioni congenite di varia natura
E’ possibile comunque assumere l’acido folico anche prestando attenzione all’alimentazione, consumando verdure a foglia verde, fegato, latte, cereali e alcuni frutti come agrumi o kiwi: è importante ricordare che durante la gravidanza è comunque necessario assumere un supplemento di vitamina B9, nonostante la dieta sia ricca degli alimenti che abbiamo menzionato.
Di solito chi prescrive l’acido folico è il ginecologo, ma può essere prescritto anche dal medico di base: il dosaggio standard da 0,4 mg può essere acquistato in farmacia con o senza ricetta (se si è in possesso di ricetta il costo è a carico del Sistema Sanitario Nazionale).
Se abbiamo intenzione di cercare una gravidanza è quindi importante fare visita al ginecologo o al medico di base per farsi prescrivere la vitamina B9 e ricordarsi che l’ideale è cominciare ad assumerla da 3 a 6 mesi prima del concepimento.
E’ vero che è difficile sapere quando avverrà il concepimento del proprio bambino: ci sono coppie che possono dare la buona notizia già al primo tentativo mentre altri genitori devono aspettare diversi mesi prima che il test di gravidanza dia un risultato positivo.
In questo caso non dobbiamo preoccuparci: anche se assumiamo l’acido folico per diversi mesi questa vitamina non ha effetti collaterali e può essere assunta con tranquillità. E’ comunque bene parlarne con il proprio ginecologo che, a seconda del caso, potrà darci indicazioni più specifiche.
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