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10 Gennaio 2017 Il team di ProntoPannolino Consigli, Dalla redazione

“Allarme” meningite? Rischio contagio e vaccini disponibili, facciamo chiarezza!

Nell’ultimo periodo i mezzi di comunicazione stanno parlando molto dei casi di meningite che si stanno verificando in alcune zone della nostra Penisola; alcune forme di questa malattia sono estremamente pericolose ed infettive, mentre altre rappresentano un rischio molto più contenuto.

In questi casi è importante informarsi sui principali metodi di prevenzione della malattia, ma anche di quali siano le forme a cui bisogna stare attenti e i casi in cui risulta davvero imprescindibile correre ai ripari con il vaccino (nel caso di non aver ancora ricevuto la profilassi adeguata).

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Andiamo quindi a vedere cos’è la meningite, quali sono le sue forme più pericolose e quali sono i vaccini attualmente a disposizione nel nostro Paese:

Cos’è la meningite?

Con questo termine si indica un’infezione del sistema nervoso centrale che causa un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello ed il midollo spinale.

Come si prende la meningite?

Dipende dal tipo di meningite di cui stiamo parlando; tra le meningiti di natura infettiva, troviamo tre categorie:

  • meningite virale
  • meningite batterica
  • meningite da funghi

La meningite virale è causata da un virus ed è la forma, in linea di massima, meno grave; tende a risolversi senza complicazioni in 7-10 giorni passati i quali il paziente risulta guarito.

La meningite batterica è causata da batteri che si trovano nelle alte vie respiratorie di portatori sani, le cui secrezioni respiratorie sono anche le principali cause di contagio. Come vedremo più avanti i batteri che causano la meningite sono diversi e danno origine alla forma più severa dell’infezione.

La meningite da funghi (o fungina) è causata, appunto, da un fungo che viene trasmesso da persona a persona con tosse e starnuti; sebbene sia anch’essa una forma grave, è necessario puntualizzare che tende a manifestarsi principalmente in pazienti con un sistema immunitario compromesso, come ad esempio coloro che sono affetti da AIDS.

Qual è il periodo di incubazione e di contagio della meningite?

Per la meningite virale il periodo di incubazione va dai 3 ai 6 giorni, per quella batterica si passa dai 2 ai 10 giorni; il periodo in cui un paziente è contagioso, invece, interessa solo i giorni in cui la persona presenta i sintomi acuti della malattia e i giorni immediatamente precedenti al manifestarsi dei sintomi.

Meningite batterica: quali sono i batteri più frequenti?

Come abbiamo già detto, la meningite batterica è più rara rispetto alla meningite virale ma anche più pericolosa; i batteri che più di frequente causano questa infezione sono tre:

  • Neisseria meningitidis (meningococco)
  • Streptococcus pneumoniae (pneumococco)
  • Haemophilus influenzae (emofilo o Hi)

I gruppi di menigococco (Neisseria meningitidis) che causano gravi patologie nell’essere umano sono sei: A, B, C, W-135, Y, X (quest’ultimo in forma rara).

I più comuni nella nostra zona (Italia e più in generale Europa) sono B e C: questi due gruppi possono causare un’infezione acuta che – nei casi peggiori – risulta fatale anche in sole poche ore; sono comunque a bassa contagiosità.

Lo pneumococco (Streptococcus pneumoniae) è il batterio più comune; come si intuisce dal nome, oltre alla meningite (quindi all’infiammazione della membrana che ricopre il cervello) può causare infezioni delle vie respiratorie come polmoniti o addirittura otiti.

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L’Haemophilus influenzae è un batterio con una diffusione minima, grazie alla campagna vaccinale portata avanti dalla fine degli anni ‘90.

Qual è la forma di prevenzione più efficace per la meningite?

Il metodo più sicuro per prevenire la meningite è vaccinarsi e vaccinare i bimbi; se dovessero verificarsi casi di meningite in scuole o altre strutture, a seconda del caso e del tipo di meningite di cui si parla, le istituzioni sanitarie possono prescrivere una terapia antibiotica di sicurezza a tutte le persone che possono essere entrate in contatto con gli infetti.

Quali sono i vaccini per la meningite attualmente disponibili?

  • La vaccinazione per il meningococco B (Neisseria meningitidis B) al momento è disponibile solo in alcune regioni gratuitamente, ma si prevede un’estensione su tutto il territorio nazionale a breve.

Si tratta di una vaccinazione con 4 richiami a seconda del momento in cui viene fatto il primo vaccino (ad esempio, se un bimbo viene vaccinato per la prima volta a 3 mesi, in seguito avrà un richiamo al 4°, 6° e 13° mese).

  • La vaccinazione per lo penumococco (Streptococcus pneumoniae) è gratuita e offerta in tutte le regioni italiane; si esegue con 3 richiami, al 3°, 5° e 11° mese di vita del bimbo.
  • La vaccinazione per l’Haemophilus Influenzae B (emofilo tipo B) è gratuita e, di solito, viene eseguita insieme alla vaccinazione antitetanica, antidifterica, antipertosse, antipolio e anti epatite B, al 3°, 5° e 11° mese di vita del bambino.

Questi di cui abbiamo appena parlato sono i tre batteri più comuni che causano la meningite batterica; ce ne sono altri meno frequenti per i quali è comunque disponibile un vaccino:

  • meningococco C (Neisseria meningitidis C): il vaccino è gratuito e prevede una sola dose a 13 mesi.
  • Vaccinazione quadrivalente contro il meningococco A-C-Y-W135: è raccomandata dopo i 12 mesi di età ma, al momento, è offerta gratuitamente solo agli adolescenti di alcune regioni. Come per il vaccino contro il meningococco B, si prevede un’estensione su tutto il territorio nazionale a breve.

Quali sono i sintomi della meningite?

Al principio i sintomi sono piuttosto vaghi e possono essere confusi con quelli di una normale influenza: sonnolenza, mal di testa, inappetenza, febbre. Più tardi i sintomi possono peggiorare e comparire anche nausea, vomito, fotosensibilità e irrigidimento del collo in prossimità della nuca.

Per quanto riguarda i neonati, questi possono manifestare pianto continuo apparentemente immotivato, scarso appetito e una maggiore sonnolenza; inoltre, talvolta la testa appare ingrossata in prossimità della fontanella.

Come si diagnostica la meningite?

Quando il medico ritiene di essere davanti a un potenziale caso di meningite – indipendentemente dal tipo – normalmente consiglia il ricovero in ospedale.

La diagnosi viene poi confermata, o smentita, dall’analisi del liquor, il liquido spinale estratto attraverso una puntura lombare ed in seguito analizzato.

Come si cura la meningite?

Dipende dal tipo: la meningite batterica viene curata con antibiotici mentre la meningite virale non ha una terapia specifica, ma solo una terapia di supporto (per alleviare i sintomi che, di solito, passano entro una decina di giorni senza complicazioni).

In conclusione

L’Asl e diversi istituti sanitari si trovano d’accordo nel dichiarare che non esiste un’emergenza meningite; i casi che si stanno verificando ultimamente sono in linea con quanto succede negli altri periodi dell’anno (e negli anni precedenti), fatta eccezione per la Toscana dove in effetti – dal 2015 – c’è un tasso maggiore di infezioni e dove, infatti, le autorità sanitarie hanno preso provvedimenti eccezionali.

La maniera in cui è stato trattato l’argomento dai giornali e dai telegiornali, tuttavia, ha creato allarmismi troppo spesso ingiustificati – tanto che si è arrivato a parlare di una “psicosi meningite” – facendo spesso preoccupare senza motivo tantissime persone, soprattutto mamme e papà di bambini ed adolescenti.

In queste situazioni è bene informarsi a dovere e tenere presente che, nel caso della meningite come di tante altre patologie, abbiamo a nostra disposizione un’arma potentissima, disponibile anche quando non c’è un’emergenza (vera o percepita che sia): il vaccino.

Vaccinare i nostri bimbi contro le patologie più rischiose e più comuni li proteggerà per tutta la vita, anzi: proteggerà tutta la comunità.

Esiste infatti la cosiddetta “immunità di gregge” che si verifica quando la maggior parte della popolazione (il 95%) viene vaccinata contro una malattia: in questo modo sono tutelati anche gli individui che non vengono vaccinati, poiché grazie a un gran numero di soggetti immuni la catena dell’infezione si interrompe.

Ricordiamo che i vaccini sono completamente sicuri: la leggenda urbana che lega i vaccini all’insorgenza dell’autismo fu purtroppo resa nota dalla ricerca (falsata) di un medico inglese – Andrew Wakefield – che nel 2010 fu infatti radiato dall’ordine dei medici britannico; la sua ricerca (che risale al 1998) fu completamente smentita e da allora sono stati portati avanti innumerevoli studi scientifici approfonditi che escludono completamente il nesso tra vaccini ed autismo (ecco un articolo per conoscere la storia nel dettaglio).

Gli “effetti collaterali” più comuni del vaccino sono rossore o dolore nella zona di inoculazione (in generale questi sintomi passano in un paio di giorni in autonomia), oppure una leggera febbriciattola che può verificarsi qualche ore dopo la vaccinazione per poi andare a sparire il giorno successivo.

I casi di reazioni gravi ai vaccini sono dovute ad allergie a particolari ingredienti che compongono il vaccino, ma questo succede con tutti i medicinali com’è infatti indicato anche sul foglietto illustrativo di praticamente tutte le medicine di uso comune: se si è allergici al principio attivo di una medicina (o a uno dei suoi componenti) è possibile avere conseguenze gravi, ma si tratta di casi rarissimi.

Per avere ulteriori informazioni, è sempre bene consultare il proprio medico o il pediatra che saprà darci tutte le indicazioni necessarie per essere correttamente informati.

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Etichettato con: meningite, rischio meningite, vaccino meningite
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