Ascoltare e suonare musica: i tanti benefici per i bambini già dalla prima infanzia
Come sappiamo, lo sviluppo del nostro cervello dipende anche dalla quantità e dalla qualità degli stimoli a cui lo sottoponiamo già dalla primissima infanzia fino alla fine dell’adolescenza, quando la formazione nervosa giunge al termine.
In questo senso abbiamo già parlato dell’importanza di leggere a voce alta ai bambini piccoli, una pratica che – non solo li porterà ad abituarsi alla lettura nell’adolescenza e nell’età adulta – ma che ha effetti positivi anche sul loro sviluppo cognitivo e creativo.
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Ma c’è qualcosa che può sviluppare il cervello dei piccoli già quando sono nell’utero materno mentre – allo stesso tempo – li rilassa: stiamo parlando della musica!
E’ risaputo che la musica ha tantissimi benefici anche in gravidanza: dentro il pancione della mamma al piccolo arrivano gli stimoli uditivi del mondo esterno (anche se molto più attutiti, ma è stato comunque dimostrato che una volta nati i piccoli riconoscono la musica che ascoltavano quando erano ancora nel grembo materno) ed alcuni tipi di musica – per esempio quella classica – lo aiutano a rilassarsi.
Allo stesso modo, se la mamma ascolta un tipo di musica che la mette di buon umore ed abbassa i suoi livelli di stress, anche il piccolo dentro alla sua pancia ne trarrà beneficio!
Oltre al far ascoltare la musica ai piccoli, anche fargli suonare attivamente uno strumento musicale nella primissima infanzia può avere una serie di vantaggi che toccano diversi ambiti: la memoria, l’attenzione, le abilità spazio-temporali, sociali e matematiche ed il linguaggio.
Alla North Western University di Chicago sono state realizzate diverse ricerche che hanno studiato le reazioni cerebrali di soggetti che venivano esposti a suoni differenti: tra questi soggetti ve n’erano alcuni che non avevano mai studiato musica ed altri che avevano appreso a suonare uno strumento in tenera età (anche se alcuni poi non avevano proseguito in età adulta).
Il risultato del test ha dimostrato come le risposte cerebrali fossero più definite nei soggetti che avevano avuto una precoce educazione musicale rispetto a chi non aveva mai imparato musica: questo perché la musica allena il cervello ad estrarre in maniera più efficace il significato dei suoni.
Sembra inoltre che l’esperienza musicale nell’infanzia migliori la capacità del cervello di elaborare i suoni che formano le parole e la capacità – più in generale – di comunicare attraverso il linguaggio.
Infatti la musica può aiutare (nel lungo termine) anche i bambini con problemi sociali e di apprendimento, potenziando le loro capacità cognitive e creative.
Un altro beneficio della musica nell’infanzia si riflette poi nell’età adulta con un minor deterioramento delle capacità uditive grazie ad un’elevata capacità di selezionare i suoni importanti e discriminare invece il rumore di fondo.
Nonostante ci siano corsi di musica infantili che iniziano anche prima dei 3 anni, il consiglio è appunto di aspettare che il bambino abbia almeno 36 mesi prima di iscriverlo a un corso di musica (che sia canto o per imparare a suonare un determinato strumento).
Tuttavia, prima di questa età ci sono comunque dei corsi “sensoriali” in cui i piccoli possono prendere confidenza con vari strumenti musicali (dalla batteria alla pianola, dal flauto al tamburello, etc.) abituandosi al suono come conseguenza di una loro azione (battere su una superficie, soffiare dentro uno strumento, etc.).
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Questi corsi, in cui partecipano anche i genitori, aiutano i piccolissimi (anche prima che sappiano parlare o camminare) a comunicare meglio e a sviluppare risposte cerebrali alla musica più elaborate.
Non dimentichiamoci poi che la musica per i bambini non è solo un mezzo per sviluppare le capacità cerebrali, ma dev’essere anche un divertimento: se il nostro piccolo non desidera apprendere uno strumento non dobbiamo forzarlo, ma rispettare i suoi tempi.
E’ un’attività che possiamo riproporgli quando è più grande ma che non dovrebbe mai venire imposta: la musica non è l’unico modo per stimolare la creatività dei piccoli ed è compito di noi genitori aiutare i nostri bimbi a trovare le attività che più si addicono alle loro capacità e predisposizioni.
In ogni caso, anche se i nostri piccoli non frequentano un corso di musica, possiamo fare in modo che la musica sia presente nella loro vita quotidiana, prima di tutto cantando per loro e con loro: appena nascono i bambini si calmano quando sentono la mamma, il papà e i nonni cantargli una canzone mentre vengono cullati in braccio.
Quando diventano più grandi, poi, si divertiranno anche a cantare con i genitori canzoncine e filastrocche divertenti che possono essere utili per imparare i numeri, i giorni della settimana, i colori, etc.
Inoltre possiamo tenere un sottofondo musicale mentre giocano, mentre fanno il bagno e anche fargli ascoltare musica per farli rilassare prima di addormentarsi: possiamo scegliere con loro i tipi di musica da ascoltare in base alle loro preferenze e a quello che, come genitori, ci sembra meglio per loro (anche a seconda dell’età, della giornata, etc.).
La musica – così come la lettura, lo sport e tante altre attività – va vissuta serenamente sia dai genitori che dai bimbi: il modo migliore per imparare è divertendosi e non c’è niente di più bello che accompagnare i nostri bimbi nella scoperta delle loro abilità e dei loro talenti, qualsiasi essi siano.
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