Perché i bambini fanno la pipì a letto? Cause e rimedi per l’enuresi notturna
In un nostro precedente post abbiamo parlato dello “spannolinamento” e dei fattori che determinano la capacità dei bambini di riconoscere e trattenere gli stimoli di pipì e cacca. Abbiamo detto che, anche quando hanno imparato a usare il vasino, tanti bambini continuano ad aver bisogno del pannolino di notte, ma cosa succede quando un bimbo che era diventato autonomo anche nelle ore notturne ricomincia a fare la pipì a letto?
Questo fenomeno si chiama enuresi notturna e si manifesta quando un bambino che dovrebbe già essere in grado di controllare gli sfinteri (quindi indicativamente dai due anni in poi per le femmine e dai tre in poi per i maschi) bagna il letto almeno due volte alla settimana per un periodo di almeno tre mesi consecutivi.
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Ma perché i bambini fanno la pipì a letto? Premettendo che – nella maggior parte dei casi – si tratta di un problema passeggero che passa autonomamente con la crescita, bisogna considerare che le cause dell’enuresi notturna possono essere diverse e riguardano sia fattori fisici che psicologici:
- può essere causata da uno sviluppo tardivo – ma del tutto normale – della vescica che non è in grado di trattenere tanto liquido e ha quindi bisogno di essere svuotata spesso, anche durante la notte;
- nella prima infanzia a volte lo stimolo della pipì non è abbastanza per farci svegliare, sopprattutto se abbiamo un sonno molto profondo;
- può essere un problema ormonale, legato a una produzione scarsa da parte del bambino dell’ormone ADH (antidiuretic hormone o vasopressina), un ormone antidiuretico la cui produzione va aumentando con la crescita;
- nel caso di infezioni urinarie, i piccoli possono bagnare il letto poiché hanno un controllo minore sullo stimolo (come nei casi di cistite, quando si ha la costante sensazione di dover urinare);
- se la pipì a letto è accompagnata da altri sintomi quali perdita di peso, continua sete, mancanza di appetito e stanchezza, potrebbe essere un campanello di allarme per il diabete.
Queste sono le principali cause fisiche che possono causare l’enuresi notturna; una visita dal pediatra, che eventualmente ci può consigliare di consultare un urologo o un altro specialista, può essere fondamentale per individuare con esattezza la causa e prendere provvedimenti per evitare che questo problema si ripresenti.
In ogni caso, le probabilità che la pipì a letto sia uno dei sintomi di disturbi più gravi (come il diabete) sono davvero poche, circa il 3% dei casi.
Ma se le cause fisiche dovessero venire scartate, ci sono anche dei fattori psicologici che portano i bambini a fare la pipì a letto; tra le cause principali dell’enuresi notturna senza dubbio troviamo lo stress e l’ansia, che possono essere legati a:
- un cambiamento importante (scuola, casa, città, etc.);
- una rottura nell’equilibrio familiare (separazione dei genitori, lutto in famiglia);
- l’arrivo di un fratellino o di una sorellina;
- problemi nell’ambiente scolastico (bullismo);
- troppa pressione (per esempio per essere bravo nello sport, a scuola, etc.);
- altri eventi traumatici.
Mentre in alcuni casi (ad esempio se la vescica è piccola o se il bimbo ha un livello insufficiente di vasopressina) i bambini continuano a fare la pipì a letto dalla nascita, ci sono altre cause (come quelle psicologiche o per esempio nel caso di un’infezione urinaria) che possono portare un bambino a bagnare il letto dopo diverso tempo in cui è stato in grado di trattenere lo stimolo durante la notte.
Se questo succede, dobbiamo evitare di rimettergli il pannolino di notte: certo, cambiare continuamente le lenzuola è una faticaccia, ma possiamo cercare di ovviare il problema utilizzando dei telini igienici impermeabili e mettendo sempre un coprimaterasso anch’esso impermeabile per evitare che l’urina passi fino al materasso, decisamente più difficile da lavare rispetto alle lenzuola.
Indipendentemente dall’origine del problema, se un bimbo soffre di enuresi notturna è fondamentale non sgridarlo o colpevolizzarlo: per il bambino stesso è un disagio, e farlo sentire in colpa non servirebbe a niente, anzi, aumenterebbe il suo livello di stress.
Dobbiamo rassicurarlo facendogli capire che non è colpa sua e che, soprattutto, si tratta di un problema passeggero con il quale non dovrà di certo convivere tutta la vita; possiamo anche premiarlo positivamente (mostrandoci contenti e facendogli i complimenti) quando non bagna il letto, facendogli sentire che sta facendo dei miglioramenti (anche se poi dovesse avere delle ricadute).
In ogni caso, cerchiamo di non farlo bere tanto la sera e, come abitudine, appena prima di andare a letto facciamolo passare dal bagno per fare l’ultima pipì.
Se il bimbo è più piccolino possiamo acquistargli una lucina da tenere di notte in camera e in corridoio, così se dovesse svegliarsi con lo stimolo di andare a fare la pipì può scendere dal letto in autonomia e andare in bagno o, in alternativa, può chiamarci per essere accompagnato.
In questo ultimo caso, non facciamoci vedere spazientiti: certo, è sempre difficile essere svegliati nel cuore della notte, ma se il bimbo percepisce che aiutarlo a fare la pipì di notte è per noi un peso, avrà meno voglia di chiamarci e sarà più portato a trattenere lo stimolo fin quando non ne potrà più.
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Allo stesso modo, però, dobbiamo evitare di essere noi a svegliare il bambino di notte per farlo andare in bagno: il riposo notturno è fondamentale per combattere lo stress, e svegliare il bambino nel cuore della notte non gli permette di riposare correttamente.
Se, poi, il piccolo fa la pipì a letto perché sta attraversando un periodo difficile o stressante, è fondamentale stargli accanto, rassicurarlo, parlare con lui: cerchiamo di farci raccontare cosa lo disturba per accompagnarlo in questa fase più delicata, magari – se è il caso – cercando anche il sostegno di uno specialista.
Nel parlare con il bambino possiamo anche raccontargli se – eventualmente – anche noi da piccoli facevamo la pipì a letto, facendogli vedere che non succede solo a lui: è infatti dimostrato che l’enuresi notturna ha un fattore ereditario, e spesso ne soffrono bambini i cui genitori o parenti stretti, durante l’infanzia, hanno avuto lo stesso problema (i geni responsabili del controllo notturno della vescica si trovano nei cromosomi 8,12 e 13).
E’ importante ricordare, quindi, che la pipì a letto è un problema che non deve preoccupare e che in linea di massima passa con la crescita; certo, come sempre, i tempi variano da bambino a bambino.
Tuttavia, se il problema persiste anche dopo i 7 anni, è consigliabile una visita dal pediatra che, avendo il quadro fisico e psicologico del bambino, ci indirizzerà dallo specialista più idoneo.
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