Coronavirus e sindrome di Kawasaki: qual è la correlazione fra COVID-19 e sindromi infiammatorie nei bambini?
In un nostro precedente approfondimento abbiamo visto gli effetti del Coronavirus sui bambini: sebbene i più piccoli abbiano le stesse probabilità degli adulti di contagiarsi (e di contagiare), di solito nell’infanzia l’infezione è fortunatamente più lieve o addirittura asintomatica, con pochi casi che richiedono l’ospedalizzazione.
Recentemente però il Servizio Sanitario Inglese ha diramato un’importante comunicazione ripresa anche dalla Paediatric Intensive Care Society della Gran Bretagna.
Ad agosto per un ordine da almeno 50 euro sul nostro PPStore, 5 euro di sconto usando il codice PPAGO24
In questa nota si legge di un numero crescente di casi (registrati a Londra ma anche in altre zone dell’Inghilterra) di bambini di tutte le età che sono stati ricoverati (in alcuni casi in terapia intensiva) a causa di sindromi infiammatorie come la sindrome di Kawasaki o la sindrome da shock tossico.
Alcuni di questi bambini sono risultati positivi al COVID-19 al momento del ricovero mentre altri no; chi risultava negativo al Coronavirus al momento del ricovero però mostrava sintomi di aver avuto il COVID-19 in precedenza.
Sebbene questa correlazione fra Coronavirus e sindromi infiammatorie nell’infanzia sia stata evidenziata inizialmente in Inghilterra, anche in Spagna e in Italia si sono cominciati a vedere i primi casi e, nonostante non ci siano ancora evidenze che dimostrino una relazione certa fra queste sindromi e l’infezione da Coronavirus, è importante continuare a monitorare la situazione proprio per capire se si tratta di episodi casuali o se c’è un nesso tra le due patologie.
Cosa dice la Società Italiana di Pediatria?
I pediatri iscritti alla Società Italiana di Pediatria sono stati avvertiti della situazione attraverso una lettera inviata da Angelo Ravelli, pediatra e Segretario del Gruppo di Studio di Reumatologia (la lettera, pubblicata in anteprima sul giornale online Open, si può visualizzare qui).
In questa lettera si fa riferimento a un numero crescente di bambini ricoverati per malattia di Kawasaki soprattutto nelle zone del Paese più colpite dall’epidemia (sempre su Open il dottor Ravelli racconta di 5 casi in 4 settimane solo a Genova, mentre la media degli altri anni è di 9 casi distribuiti nei 12 mesi); una parte di questi bambini al momento del ricovero era positiva al COVID-19, altri erano negativi ma avevano avuto contatti con pazienti infetti oppure presentavano gli anticorpi per la malattia (quindi si erano ammalati e poi guariti).
Nella lettera viene dichiarato che non c’è una correlazione certa tra la malattia di Kawasaki e il COVID-19 ma che è necessario tenere alta l’attenzione perché una casistica del genere sembra non essere casuale.
Attualmente i casi di sindrome di Kawasaki interessano una piccolissima percentuale di bambini che sono risultati positivi al COVID-19 o che hanno presentato gli anticorpi per la malattia.
Cos’è la malattia di Kawasaki?
Si tratta di un’infiammazione dei vasi sanguigni (vasculite) che di solito si presenta nei bambini da 1 a 8 anni le cui cause sono al momento sconosciute.
I sintomi sono della malattia di Kawasaki sono:
Ad agosto per un ordine da almeno 50 euro sul nostro PPStore, 5 euro di sconto usando il codice PPAGO24
- dolore addominale
- febbre alta che dura più di 5 giorni
- irritabilità
- eritemi e gonfiori ai palmi delle mani e alle piante dei piedi
- eruzione cutanea simile a quella della scarlattina o del morbillo
- ingrossamento dei linfonodi del collo
- congiuntivite
- arrossamento e gonfiore di labbra e lingua
Se non trattata, questa malattia può causare aneurismi delle arterie coronarie con esiti letali ma, ripetiamo, questo può accadere se la malattia non viene trattata.
Cosa bisogna fare?
Prima di tutto, non farsi prendere dal panico.
Non è stato ancora accertato che la correlazione tra sindrome di Kawasaki e Coronavirus sia certa e, anche se lo fosse, al momento i casi registrati sono molto pochi.
È comunque importante conoscere i sintomi di questa malattia per poter rivolgersi subito al pediatra nel caso in cui il nostro bambino presenti i sintomi sopra descritti specialmente se:
- ha avuto il COVID-19 o lo ha attualmente
- è stato in contatto con un paziente infetto
- non gli è stato diagnosticato il COVID-19 ma ha avuto nei mesi scorsi sintomi influenzali
L’importanza del distanziamento sociale anche nei bambini
Tutti stiamo aspettando con ansia il momento in cui sarà possibile per i nostri bimbi ricongiungersi con i loro amichetti e riprendere tutte quelle attività sociali così importanti per il loro sviluppo.
Al momento però la guardia deve rimanere altissima: è fondamentale che il contagio non ricominci a diffondersi fra i bambini non solo perché sono un veicolo di infezione molto efficace ma anche per evitare eventuali complicazioni di questo nuovo virus che ancora conosciamo così poco.
Hai trovato utile questo articolo? Vuoi scoprire altri approfondimenti sui temi più importanti legati a gravidanza, maternità e prima infanzia e ricevere periodicamente le ultime novità dal nostro blog?