Il pannolino nella storia: dall’età della pietra a oggi, ecco come sono cambiate le nostre abitudini
Decine di migliaia di anni fa non c’erano i corsi pre parto o le ostetriche che insegnavano ai neogenitori la maniera migliore di mettere il pannolino al proprio bimbo appena nato, anzi, il pannolino non esisteva proprio! Nonostante ciò, il poter “arginare” la pipì e la pupù dei neonati è sempre stato un problema che gli esseri umani hanno dovuto affrontare fin dall’antichità.
Se nelle zone più calde i bambini venivano lasciati nudi (e le madri cercavamo di cogliere con sufficiente anticipo i segnali che indicassero che il piccolo doveva fare la pipì o la pupù), le popolazioni che vivevano a latitudini più fredde dovevano necessariamente coprire i loro bimbi e – allo stesso modo – fare sì che non si sporcassero continuamente i pesanti vestiti.
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Nelle civiltà più primitive (e ancora oggi nelle tribù di alcune remote zone del mondo) i bambini indossavano pelli di animali che venivano “imbottite” con muschio e piante, materiali che poi – una volta sporcati – potevano facilmente essere cambiati ma che hanno uno scarso potere assorbente e che spesso causano irritazioni della pelle.
Nel Medioevo, invece, si utilizzavano a mo di pannolino delle strisce di lino (da qui il nome “panno-lino”) che venivano avvolte intorno al bacino del bimbo e fissate con una spilla da balia.
Nei secoli successivi il lino è stato sostituito dal cotone che per le sue proprietà (più robusto e resistente ai lavaggi e con una migliore dispersione termica) si è rivelato più adatto allo scopo: proprio il cotone era il materiale del ciripà, i triangoli assorbenti (che prendono il loro nome da una popolazione di indios e dei loro tipici perizomi) che venivano avvolti attorno al bambino e utilizzati come pannolini.
Ma nonostante il cotone avesse una capacità assorbente migliore di quella del lino, non era ancora abbastanza: sebbene in Italia i ciripà vennero usati fino agli anni ’70 circa, già una trentina di anni prima in Europa si fecero i primi esperimenti per la creazione di un pannolino in cellulosa, abbinato a una mutandina di plastica che però faceva arrossare il sederino dei bimbi.
E’ solo negli anni ’60, infatti, che il pannolino passa ad essere interamente di cellulosa (e quindi completamente usa e getta): all’inizio per chiuderlo veniva usata ancora la spilla da balia ma in seguito, per la maggiore comodità e sicurezza del bambino, questa venne sostituita da una striscia adesiva.
I pannolini monouso come li conosciamo adesso cominciano a diventare particolarmente popolari negli anni ’70, quando il numero delle donne che comincia a lavorare inizia lentamente a crescere ed il tempo a disposizione per stare dietro ai pannolini lavabili a diminuire.
Dopo l’introduzione del gel assorbente che ne dimezza il volume, i pannolini in questi decenni hanno fatto passi da gigante per garantire la massima assorbenza senza rinunciare al comfort e senza rischi di arrossamento.
Per limitare al massimo il rischio di fuoriuscite, infatti, i pannolini PPDry (che presto saranno disponibili per l’acquisto online) sono dotati di bande laterali di protezione che risultano efficaci anche con la pupù liquida dei neonati; inoltre i suoi strati superassorbenti lasciano la pelle dei bambini asciutta e fresca, grazie anche al tessuto altamente traspirante.
Il comfort e la libertà di movimento sono assicurati dalla sua forma anatomica specialmente studiata per la zona inguinale e dalla morbida chiusura elastica che, oltre ad essere sicura, è anche super avvolgente.
I pannolini PPDry arriveranno presto: torna a trovarci, provali e scopri perché sono il meglio per il tuo bambino e per la tua comodità!
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