Latte in polvere senza olio di palma: i contaminanti del latte artificiale ed il nuovo Regolamento Europeo 2018
Tempo fa avevamo dedicato un articolo allo “scandalo” che aveva visto la maggior parte delle marche di latte in polvere per l’infanzia superare la dosa giornaliera tollerabile di contaminanti pericolosi per la salute che possono essere contenute negli alimenti.
Questi contaminanti sono dovuti principalmente alla raffinazione dell’olio di palma presente praticamente in tutte le composizioni di latte in formula: l’olio di palma – molto economico rispetto ad altri oli vegetali – viene utilizzato per stabilizzare e conservare il latte in polvere, che può così mantenere inalterate le sue caratteristiche per diversi mesi.
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Quando viene raffinato, l’olio di palma raggiunge alte temperature e produce non intenzionalmente sostanze contaminanti, fino a dieci volte maggiori rispetto a quelle prodotte da altri oli vegetali; queste sostanze, nello specifico, sono il 3-MCPD (composto organico clorurato cancerogeno che può causare infertilità nei soggetti di sesso maschile) e i GE (glicidil esteri degli acidi grassi, anch’essi cancerogeni).
Da luglio del 2019 queste sostanze non potranno essere presenti in una misura superiore ai 50 microgrammi per ogni chilogrammo di latte in polvere: a stabilirlo è un Regolamento ufficiale dell’Unione Europea del febbraio 2018 volto a regolare i tenori massimi di glicidil esteri degli acidi grassi negli oli e nei grassi vegetali, nelle formule per lattanti, nelle formule di proseguimento e negli alimenti a fini medici speciali destinati ai lattanti e ai bambini nella prima infanzia.
Per quanto riguarda il 3-MCPD nel 2016 l’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) stabiliva che la dose giornaliera tollerabile fosse 0,8 μg per kg di peso corporeo; questo limite nel 2017 è stato portato a 2 μg/kg.
Tuttavia, anche innalzando la dose giornaliera tollerabile, continuano ad esserci dei soggetti a rischio, ovvero tutti i bambini nutriti esclusivamente con latte artificiale che potrebbero quindi oltrepassare questa soglia.
Qual è la soluzione a questo problema? Il primo provvedimento da prendere sarebbe quello di sostituire l’olio di palma con altri oli vegetali che non alterino gli standard nutritivi del latte artificiale e la cui raffinazione generi meno contaminanti; sul mercato c’è sempre stato un latte in polvere senza olio di palma (quello a marchio Coop), e da poco anche Nipiol e Plasmon hanno eliminato questo ingrediente.
Le aziende produttrici di latte artificiale hanno ancora oltre un anno di tempo per adattarsi alle nuove linee guida: ci auguriamo che nei prossimi mesi la situazione possa migliorare per salvaguardare la salute di tutti i bambini che vengono alimentati con il latte in polvere.
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