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22 Febbraio 2018 Il team di ProntoPannolino Primi mesi

Depressione post parto nelle mamme: cause, sintomi, diagnosi e consigli, ecco cos’è importante sapere!

La nascita di un bambino è un cambiamento enorme nella vita dei genitori, in particolare della mamma che – già nei 9 mesi precedenti al parto – ha sperimentato cambi fisici ed emotivi enormi.

E’ quindi del tutto normale che, dopo aver partorito, una mamma si senta preoccupata e si domandi se sarà davvero in grado di badare al suo bambino: se, da una parte, questi timori sono fisiologici, dall’altra quando l’ansia sembra travolgerci possiamo essere di fronte a una depressione post parto.

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La depressione post parto (DPP) è una forma di depressione clinica che si manifesta nelle donne generalmente dopo la nascita di un bambino; ne soffre circa 1 neomamma su 7 ma più o meno la metà delle donne a cui viene diagnosticata ha cominciato a mostrare i primi sintomi del disturbo già durante i nove mesi di gravidanza.

La depressione post parto non deve essere confusa con il “baby blues”; questo fenomeno ha sintomi simili a quelli della DPP (che elencheremo tra poco) ma è molto più comune (lo sperimenta circa il 70%-80% delle neomamme) e ha una durata molto inferiore: può manifestarsi da pochi minuti a poche ore dopo il parto per poi sparire spontaneamente circa 15 giorni dopo la nascita del bambino.

La depressione post parto, invece, tende a manifestarsi entro le tre settimane di vita del bambino anche se può apparire in qualsiasi momento durante il primo anno dopo la nascita: la sua durata dipende da molti fattori come la gravità della situazione, l’eventuale trattamento da seguire, la condizione familiare della mamma, etc.

Cosa causa la depressione post parto?

La DPP normalmente è scatenata da un insieme di fattori:

  • ormonali: dopo il parto gli ormoni che durante la gravidanza si mantenevano a livelli altissimi (estrogeni e progesterone) sono in caduta libera, e questo cambio ormonale può causare sbalzi di umore ed essere un detonatore per la depressione
  • precedenti casi di depressione: una donna che prima della gravidanza ha già sperimentato episodi di depressione è più propensa a soffrire di DPP
  • situazione familiare stressante: una gravidanza non desiderata o problemi personali (con partner, famiglia, etc) ed economici possono essere dei fattori di rischio
  • privazione del sonno o estrema stanchezza per l’impossibilità di dormire durante le ore notturne e per la difficoltà ad abituarsi al nuovo assetto familiare
  • mancanza di supporto emotivo
  • aver avuto un bambino con esigenze speciali (prematuro, malato,etc.)

Molto spesso la depressione post parto, poi, si manifesta in donne molto giovani che non si sentono in grado di ricoprire il ruolo di mamma; allo stesso modo però, può comparire in donne che hanno avuto un bambino già con una certa età: la DPP infatti, nonostante sia più comune nelle primipare, può colpire anche le donne che hanno già avuto uno o più figli e che, nelle gravidanze precedenti, non avevano sperimentato questo disturbo.

Sintomi della depressione post parto

Se entro certi limiti è normale e fisiologico che una mamma sperimenti timori, preoccupazioni e sbalzi d’umore dopo il parto, quali sono i campanelli d’allarme e i sintomi che devono far pensare a una depressione post parto?

  • tristezza e impotenza
  • angoscia
  • ansia
  • disperazione
  • preoccupazione eccessiva
  • frequenti crisi di pianto anche senza motivo
  • attacchi di rabbia
  • sentimento di inadeguatezza
  • la mamma si sente incapace di prendersi cura del proprio bambino
  • difficoltà nel creare un legame col proprio bimbo
  • sonnolenza, desiderio di dormire per la maggior parte della giornata
  • mangiare troppo o troppo poco
  • dolori cronici (muscoli, testa, stomaco, etc.)
  • perdita di interesse in attività piacevoli (incontri sociali, igiene personale, relazioni intime)
  • la mamma evita il contatti con amici e parenti
  • pensieri violenti verso sè se stessa o il bambino
  • difficoltà di concentrazione e di memoria

Diagnosi della depressione post parto

Se nelle settimane dopo il parto notiamo alcuni di questi sintomi e sospettiamo di star manifestando un quadro di DPP, dobbiamo rivolgerci al nostro medico o comunque a una figura professionale in grado di diagnosticare questo disturbo.

A seconda della nostra situazione personale e della gravità dei sintomi ci verrà consigliato un percorso (individuale o di coppia) con uno psicologo o uno psicoterapeuta e, all’occorrenza, anche un trattamento farmacologico con antidepressivi.

L’importanza di non sentirsi sole

Tante mamme fanno fatica a chiedere aiuto quando sospettano di manifestare i sintomi di una depressione post parto: questo perché si sentono imbarazzate, non all’altezza di essere mamma talvolta anche a causa di aspettative proprie o condizionamenti esterni (famiglia, amici, pressione sociale, etc.).

Dobbiamo prima di tutto ricordarci che la depressione post parto è scatenata da un insieme di cause e che la maggior parte di queste sono indipendenti dalla nostra volontà: si tratta poi di un fenomeno che, anche se non molto frequente, è del tutto normale (non per questo va però sottovalutato).

E’ comunque importante per tutte le mamme, non solo quelle che manifestano questo disturbo, poter contare su una rete di supporto a cui appoggiarsi dopo il parto: se non riusciamo a parlarne con il partner o la famiglia per timore di essere giudicate, ricordiamoci che possiamo ricorrere all’aiuto delle ostetriche, il cui compito è seguire la mamma dopo la nascita del bebè anche emotivamente.

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Parlare di ciò che preoccupa, dei timori e delle ansie con qualcuno alleggerisce il carico di stress; la gravidanza e la maternità sono esperienza bellissime ma non per questo facili: i cambiamenti portati dalla nascita di un bambino possono facilmente spaventare, parlarne con qualcuno aiuterà a vedere le cose da un’altra prospettiva.

Se sfogarsi non dovesse essere abbastanza, è fondamentale rivolgersi a una figura professionale di supporto: quanto prima viene diagnosticata e trattata la DPP, più facile sarà lasciarsela alle spalle.

Per tante mamme è anche utile prendere parte a laboratori e gruppi di incontro con altre neo mamme: poter stare insieme ad altre donne che stanno vivendo la stessa esperienza e condividere con loro le preoccupazioni tipiche delle prime settimane di vita di un bambino può aiutare a ridimensionare le nostre paure e a sentirci meno sole in ciò che stiamo vivendo.

Un eventuale sentimento di inadeguatezza può fare sentire in colpa la mamma che, per compensare ciò che lei percepisce come una “mancanza”, cerca di occuparsi da sola di tutto ciò che a che fare con le cure del bambino rischiando così di isolarsi ulteriormente e stancarsi oltre misura.

E’ importante poter contare sull’aiuto della famiglia: se possiamo delegare qualcosa al partner o ad altri membri del nucleo familiare per poter ritagliare un po’ di tempo per noi e riuscire a “staccare” anche se fosse solo per una manciata di minuti, non rifiutiamo questa opportunità.

Allo stesso modo se una persona di nostra fiducia si offre di stare col bambino per un po’ di tempo in modo tale che la mamma possa prendere una boccata d’aria, sistemarsi, rilassarsi sul divano non sentiamoci in colpa, anzi: i primi mesi con un bambino possono essere sfiancanti, un po’ di aiuto non ci farà che bene.

Nonostante se ne parli meno, poi, anche la depressione post parto tra i papà è un fenomeno diffuso e riconosciuto dalla comunità scientifica: presto dedicheremo a questo argomento un approfondimento dedicato.

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